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Il merito? Conta di più il potere delle tribù
Di Francesco Alberoni

By Corriere della Sera

 
Una delle principali cause della debolezza dell'Italia è la diffusione di un’etica che dà scarsa importanza al merito in tutto ciò che è pubblico o connesso al pubblico. Il nostro Paese soffre di una specie di schizofrenia. In superficie una legge rigorosa e meritocratica ma, nel profondo, costumi tribali. Le cariche, i posti, vengono assegnati a chi appartiene a un gruppo politico, a una confraternita di mutuo soccorso, a una rete di interessi familiari. Prendiamo, per esempio, l'università. La scelta dei professori universitari dovunque viene fatta dai professori stessi, che si consultano fra di loro per scegliere i più meritevoli. E' il metodo della cooptazione. Da noi però, soprattutto in alcuni settori, i professori sono politicizzati e hanno creato dei meccanismi con cui decidono anni prima chi vincerà il concorso. Chi non è politicamente allineato non farà mai carriera, è meglio cambi mestiere o emigri all'estero. Ma, oltre alle tribù politiche, ci sono altre confraternite, o scambi di favori sul tipo: io metto in cattedra tuo figlio e tu il mio. E l'Università è solo uno dei campi in cui avvengono scelte del genere.
Tipica la politica. Ad ogni cambiamento di ministero - o di qualche altra carica importante - il nuovo titolare si porta appresso persone che aspirano a essere nominate presidenti, membri dei consigli di amministrazione, dirigenti degli infiniti enti, fondazioni e imprese che dipendono da lui. A volte il politico è una persona illuminata, che vuol realizzare grandi obiettivi e, perciò, cerca le persone più capaci e le mette al posto giusto. Ma succede di rado. Di solito guarda al potere, poco gli importa dei meriti obiettivi. Colloca nei posti chiave i membri della tribù che lo ha eletto, sostenitori, amici e clienti. Così arrivano in posizioni di comando personaggi ignoranti ed avidi che, per creare nuovi spazi e nuovi posti, sfasciano quello che hanno fatto i loro predecessori e bloccano le opere di lungo respiro che hanno iniziato. E' questo il motivo per cui in Italia da quarant'anni non si fanno più autostrade, il sistema ferroviario è arretrato e, ogni tanto, gloriose istituzioni note in tutto il mondo, vengono letteralmente saccheggiate, fatte a pezzi. Sì, il nostro è un Paese in cui i migliori fanno molta fatica ad affermarsi ed in cui è difficile costruire, investire e produrre perché non abbiamo una morale pubblica che ci impone di scegliere solo chi merita e chi vale.

(Capo d'Orlando insegna???!!!... - n.d.r.).
 

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