Entra nella chat di CapodorlandonlinePer le vostre e mail alla redazione
 
La gioventù è smarrita
ANGELO COMASTRI, Arcivescovo
 
EDUCHIAMO I FIGLI    

30/1/2005

La gioventù è smarrita


Alcuni anni fa rimasi profondamente impressionato da una moda che, come una febbre, sembrava diffondersi in tutta l’Italia: improvvisamente i giovani cominciarono a lanciare i sassi dai cavalcavia, giocando ad uccidere. Sì, proprio così: il cinico gioco sembrava divertire così tanto i giovani che, per fermarlo, furono numerati i cavalcavia per dare alla polizia la possibilità di individuare velocemente i “lanciatori” omicidi. Il fatto, per un momento, turbò tutti.
E sulla stampa nazionale apparvero analisi più o meno profonde del “fatto”…Concordemente fu detto: questi giovani agiscono con una incoscienza impressionante, al punto tale che non si rendevano neppure conto della gravità di ciò che facevano; e questi giovani erano diventati pericolosi, perché erano spiritualmente vuoti e quindi senza riferimenti morali per distinguere ciò che è bene da ciò che è male; questi giovani, infatti, usavano una sola categoria di valore: “questo mi diverte…e quindi lo faccio e va bene così!”.
Ma questo è un fatto terribile e pericolosissimo. Mi vengono in mente le parole di un giornalista che, in quei giorni, ebbe il coraggio di scrivere: “Attenti, genitori! Attenti, educatori! Se continuiamo di questo passo, prima o poi saremo costretti a dire: figli nostri, figli mostri!”.
E, in un certo senso, già siamo arrivati a questa amara conclusione. Ho seguito con una certa attenzione la ripugnante vicenda delle ragazze di Chiavenna, che, inspiegabilmente, decisero di massacrare una suora generosissima e amata da tutti per la sua disponibilità a soccorrere…fino all’eroismo.
E, proprio attirandola satanicamente con una finta richiesta di soccorso, riuscirono a farla uscire di casa sul far della sera per un appuntamento in una via solitaria… con un accanimento da belve… usando il coltello preso nella cucina della propria mamma!

Mi pongo alcune domande.

Possibile che, prima di quel momento, nessuno si fosse reso conto della via sbagliata e pericolosa, che quelle ragazze stavano percorrendo?
Possibile che nessuno avesse notato la stranezza delle loro letture, dei loro discorsi, dei loro comportamenti?
Possibile che nessuno si fosse accorto che qualcosa di tenebroso stava entrando nella vita di quelle giovani, che, certamente, parlavano e mostravano in qualche modo i loro gusti e le loro tendenze e gli orientamenti della loro vita?

Permettetemi che vi parli cuore a cuore e vi dica subito una cosa fondamentale: se non ammettiamo che i figli possono veramente essere cattivi, che possono diventarlo, che possono scegliere di esserlo… non scatterà mai la responsabilità dell’educazione e la passione per l’educazione.

Un genitore vero è un educatore e deve desiderare operativamente il bene dei figli: il bene dei figli è il cuore buono, il cuore capace di donare, il cuore capace di commuoversi, il cuore capace di atteggiamenti d’altruismo e di gesti costanti e coerenti di servizio.

Fino a quando un figlio non è entrato nello stile del dono di sé… non è ancora nato, non è ancora adulto, non ha ancora iniziato a vivere veramente e pienamente.
I genitori, oggi, capiscono tutto questo?
I genitori, oggi, che cosa cercano per i figli?
I genitori, oggi, vogliono bene (vero bene) ai figli?

Si avverte un bisogno diffuso di ideali, che diano senso alla vita

Già nel 1966, l’anziano pensatore francese P. Ricoeur così scrisse sulla rivista Etudes: “La maggior parte degli uomini manca certamente di giustizia, manca indubbiamente di amore, ma ancor più manca di significato. L’insignificanza del lavoro, l’insignificanza del piacere, l’insignificanza dela sessualità: ecco i problemi di oggi!”.
Sono parole verissime…
I giovani oggi sono colmi di tante cose, ma poveri di spiritualità; sono stracolmi di esperienze sessuali, ma poveri di amore e incapaci di amare (e per questo falliscono i matrimoni; perché i giovani non sanno più amare: sanno soltanto fare il sesso); sono sazie e pieni di benessere, ma insoddisfatti e infelici…
Come osservava amaramente Calvino, “il territorio che l pensiero laico ha sottratto ai teologi, cade in mano ai negromanti e ai maghi”: e potremmo aggiungere: sfocia alla deriva squallida dei sexy-shops e dei venditori delle tantissime droghe, di cui ha bisogno l’uomo contemporaneo per non accorgersi dello schifo della sua esistenza.
Una ragazza, trovata suicida nalla toilette di una stazione di Roma, ha lasciata un testamento, che ogni genitore e ogni educatore dovrebbe lungamente e seriamente meditare. La giovane, rivolgendosi ai genitori, ha scritto con implacabile lucidità: “Riconosco che mi avete voluto bene, ma… non siete stati capaci di farmi del bene. Mi avete dato tutto, anche il superfluo, ma… non mi avete dato l’indispensabile: non mi avete indicato un ideale per il quale valesse la pena di vivere! Per questo ho deciso di togliermi la vita! Perdonatemi, ma non ho altra scelta”.
Il problema della educazione delle nuove generazioni sta diventando una vera e propria emergenza: tantissimi giovani stanno morendo tra l’indifferenza generale, in una società frivola e spensierata, ma piena di rischi e di trabocchetti per la vita dei giovani.

Noi adulti di oggi, soprattutto noi adulti cristiani, ci assumiamo una terribile responsabilità se non siamo capaci di trasmettere ai giovani il patrimonio di sapienza e di fede, che ha illuminato la nostra generazione e la generazione dei nostri genitori e quella dei nostri nonni.
… La nostra generazione non ha il diritto di spegnere la lampada che ha illuminato il cammino di tantissima gente, dando senso alla famiglia e al lavoro e al dolore e alla morte stessa.
Sì, alla morte stessa! Pensate come un tempo morivano i nostri anziani… nel calore della casa, nell’abbraccio degli affetti, nella luce rasserenante della fede.
E oggi? Non ho il coraggio di descrivere come si muore oggi! Dobbiamo con decisione ritrovare la polla d’acqua limpida che si è momentaneamente sommersa: dobbiamo ritrovarla per riassaporare il gusto della vita e per trasmettere ai giovani la bellezza della vita sentita come vocazione e come missione stupenda d’amore.
Alcuni anni fa, ebbi l’occasione di incontrarmi con alcuni giovani, dopo che, uno di loro, era rimasto decapitato lungo la statale adriatica, mentre sporgendosi dal finestrino destro della vettura, gustava l’ebbrezza del rischio: il conducente, probabilmente ebbro o stordito anche lui, non aveva visto un camion parcheggiato sul lato destro della strada; la vettura si accostò troppo… e la testa dell’amico venne letteralmente tagliata dall’urto.
Dopo alcuni giorni, sostando sul luogo del terribile incidente, feci un momento di preghiera e, a un certo punto, sentii la voce di un giovane che accanto a me disse sottovoce: “Che schifo è la vita!”.
Questa esclamazione spontanea mi ferì il cuore e, avendo in mano il Breviario, estrassi un foglietto che porto sempre con me e lo lessi ad alta voce:

La vita è un’opportunità: coglila.
La vita è bellezza: ammirala.
La vita è beatitudine: assaporala.
La vita è un sogno: fanne una realtà.
La vita è una sfida: affrontala.
La vita è un dovere: compilo.
La vita è un gioco: giocalo.
La vita è preziosa: abbine cura.
La vita è ricchezza: conservala.
La vita è amore: godine.
La vita è un mistero: scoprilo.
La vita è promessa: adempila.
La vita è tristezza: superala.
La vita è un inno: cantalo.
La vita è una lotta: combattila.
La vita è un’avventura: corrila.
La vita è felicità: meritala.
La vita è la vita: difendila
”.

E’ l’inno alla vita composto da un giovane e firmato dalla mano giovane di Madre Teresa di Calcutta. Mettete a confronto le due definizioni della vita: “Che schifo è la vita!” e “La vita è bellezza!”; e avrete immediatamente la percezione che la fede in Gesù è l’unica intonazione, che trasforma la vita da schifo in canto!

(ANGELO COMASTRI, Arcivescovo-Delegato Pontificio di Loreto, Lettera alle famiglie)


La tua opinione nel Forum...
Home
 
Responsabilità