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Programmazione e sviluppo locale

di Giancarlo F. Lo Presti


Il rapporto tra programmazione e sviluppo economico è tornato, ormai da diversi anni, ad essere oggetto del dibattito economico-giuridico e politico-istituzionale. È da tempo in corso il tentativo di mutare il modo  di “fare sviluppo” nelle c.d. aree sotto-utilizzate, cercando, attraverso la variabile esogena della spesa pubblica, di intervenire sulle variabili endogene ad un contesto territoriale, ossia sulle curve di domanda e di offerta. Per far ciò diviene fondamentale programmare piani di sviluppo economico-sociale, partendo dalla studio del contesto territoriale, nonché decentrare quanto più possibile la definizione dei programmi stessi e la realizzazione degli interventi, responsabilizzando notevolmente gli enti territoriali (c.d approccio bottom-up).
Concordo con chi (Prof. I.M. Marino) sostiene che se lo sviluppo economico costituisce un “valore pubblico” di per sè, le modalità della sua realizzazione non possono prescindere dal  confronto e dalla valutazione degli interessi pubblici e privati,  e dalla ponderazione con altri valori pubblici quali l’ “ambiente”, la “sostenibilità dello sviluppo da parte delle popolazioni immediatamente interessate”, la “vivibilità del territorio”,  il “razionale utilizzo delle risorse”. L’attività di “programmazione” cioè, deve tendere non solo a perseguire lo sviluppo economico, ma anche a valutarne le conseguenze dirette ed indirette, in un contesto di globalizzazione dei mercati della produzione e della comunicazione che accresce il bisogno di ricercare nuove sinergie, in grado di conservare e valorizzare le specificità territoriali ed imprenditoriali.
Insomma, credo si possa così sintetizzare l’attività di programmazione dello sviluppo economico: cogliere le istanze di un territorio, trasformarle in progetti “sostenibili” sotto i diversi profili socio-economico-ambientali, individuare le fonti di finanziamento.
Lo stanziamento di risorse, per altro, è necessario ma non sufficiente per la concreta azione di incentivazione dello sviluppo: fondamentale è infatti avere anche ottime capacità programmatiche ed attuativo-gestionali degli interventi (bisogna, in sostanza, “sapere spendere” le risorse).
In questo quadro dobbiamo chiederci come le “nostre” amministrazioni locali affrontino, al di là delle retoriche dichiarazioni di principio di seminari, convegni e conferenze stampa,  il tema della programmazione dello sviluppo. Nessuno (per carità!) è in possesso della “bacchetta magica” ed è vero che le nostre zone devono superare grosse difficoltà strutturali, ma ritengo che proprio alla luce di tali problemi sia indispensabile che l’azione amministrativa degli enti territoriali del comprensorio smetta di “navigare a vista”, senza il giusto contemperamento tra esigenze di breve e di medio-lungo periodo che solo un’attenta e coerente definizione di strumenti di programmazione territoriale (ad esempio piano regolatore generale e piani particolareggiati vari) ed economico-finanziaria (bilancio previsionale annuale e triennale) può garantire. Non dimentichiamo infatti, che i detti strumenti non possono più, come forse è accaduto in passato, essere concepiti per rispondere solo a esigenze di controlli di regolarità giuridico-formale degli atti amministrativi, poiché è ormai assodato che siano momenti essenziali del processo di programmazione del divenire di un contesto territoriale. Di ciò, prima o poi, tutti nelle realtà locali dovremo prendere atto e lo faremo cominciando a concedere più spazio, sia nei dibattiti  che soprattutto nell’azione di consigli e giunte comunali e provinciali, alla definizione dei contenuti, e magari all’approvazione, nel rispetto dei tempi istituzionali previsti, degli atti di programmazione economico-territoriale. Consapevole che vanno bene le dichiarazioni di principio sui problemi ma che bisogna darvi poi seguito individuando soluzioni su “come” risolverli, su questi aspetti torneremo ancora nelle prossime settimane, nella speranza anche (perché no) che nel frattempo qualche animo illuminato voglia unirsi al dibattito, con  segnalazioni di azioni, casi concreti, proposte, persino critiche a questo articolo: parliamo del futuro del nostro territorio!

giancarlo.lopresti@siciliamercato.it 

               


 

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