IL MISTERO DELLA VERA IDENTITA' DEL SANTO... SPATICCHIA!
FRANCO
SPATICCHIA ? SOLO UN POVERO... CRISTO!
( di Nino Monastra )...
Oggi
voglio... peccare di presunzione e dire la mia sul personaggio FRANCO
SPATICCHIA!
Però, scusatemi, lo voglio fare partendo da... lontano per ceracre se
possibile di arrivare (spero) a capire la vera personalità di un orlandino di
origine nasitane... che, preciso, non è un insulto ma solo un dato di fatto.
Io credo che se qualche vero"saggio" improvvisamente ci chiedesse
chi realmente noi siamo, subito, sono sicuro ci verrebbero in mente i rapporti
parentali, le relazioni sociali, la nostra storia personale con i fatti, gli
eventi, le emozioni, gli affetti, i sentimenti, i disagi, ecc. Eppure, per
alcuni persone accade che il tutto viene sintetizzato nel "nome e
cognome": ecco, questo è il caso specifico di... FRANCO SPATICCHIA !
Molti personaggi del nostro paese, ad esempio, per apparire importanti
aggiungono al proprio nome titoli accademici, anche onorifici o nobiliari,
perchè così pensano di poter essere subito identificati meglio per il loro
prestigio. Si immedesimano talmente nel loro ruolo che, alla domanda "chi
realmente sei?", non riuscirebbero a capire le reali intenzioni
dell'interlocutore... "saggio". Sono certo che molti affermerebbero,
impacciati, di essere l'avvocato Tal dei Tali, il prof. Pinco Pallino, il
dott. Sempronio, l'imprenditore Caio, ecc. ecc. Ma è come se non
rispondessero, o meglio, non sono capaci di pensare ad una semplice risposta
come... "io sono ciò che penso di fare", senza giungere nome e
altro. Sono
altresì sicuro che se il "saggio" suggerisse loro di lasciar
perdere tutte le maschere sociali per definire più onestamente se stessi,
molti entrerebbero in crisi. In effetti molti pensano di essere qualcuno sol
perché si identificano quasi sempre in ruolo in modo convenzionale. Ma
la domanda... "chi sei?" presuppone una seria riflessione sul nostro
"esserci" qui, adesso, anche nel senso esistenziale. La nostra più
profonda riflessione dovrebbe portarci a smascherare le illusioni sul concetto
di "io" che abbiamo di noi stessi.
Ora sono altresì certo volendo peccare ancor più di presunzione, che se
mettessimo coraggiosamente tra (parentesi) ruoli sociali, legami affettivi e
di sangue, lo stesso cognome e nome, non rimarrebbe puramente altro che la
nostra persona con il suo DNA e il suo temperamento. E approfondendo di più
la cosa, ci accorgeremmo che nemmeno la nostra struttura biologica, ereditata
dal patrimonio umano o la nostra psiche formata nel contesto sociale,
basterebbero ad identificarci a volte agli occhi di molti. Insomma, diciamo,
noi tutti agli occhi degli altri siamo quasi sempre nessuno come individui in
quanto tali.
Ma, allora, chi siamo veramente? Risposta difficile, misteriosa, che
presuppone un punto di riferimento saldo, immutabile, direi eterno con la
speranza che il Dio di Spaticchia non s'incazzi più di tanto. Se ogni persona
(i sei miliardi di uomini che abitano sulla terra sono un numero esiguo a
confronto di quello delle stelle del cielo, ricordiamocelo)cominciasse
seriamente a domandarsi chi realmente è per cercare di darsi una risposta non
superficiale, cambierebbero molte cose, già in questo mondo, e forse
riscopriremmo tutti con stupore il senso del mistero e la nostra dignità di
figli di Dio... caro Franco Spaticchia ideatore del "GRANDE
CARRELLO".
Franco Spaticchia, mi dispiace, ma con grande sincerità ti devo dire che a
Capo d'Orlando da tutti vieni considerato solo... "un povero
CRISTO"!
Tipo... quello della foto, vah!!
nino
monastra.
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Alle
volte basta una frase, un colore, un profumo per farti
riflettere. Una riflessione di quelle che giungono nel profondo,
la dove la coscienza è nuda e la ragione non può produrre
giustificazioni, fornire alibi, farsi tua complice per
continuare a nasconderti la verità.
La frase di Nino che mi ha
toccato in profondità è stata quella sopra riportata ed in
modo particolare: "...a
Capo d'Orlando da tutti vieni considerato solo... "un povero
CRISTO"! Tipo... quello della foto, vah!!"
In realtà ero stato convinto
che a giustificare il mio agire fosse stata, sempre, una
insopprimibile voglia di esserci, di partecipare, di servire; in
tutti gli ambiti. Già quand'ero a Naso, da ragazzo, mi dava
fastidio che esistesse il "circolo dei nobili" dove
l'ingresso era limitato ad una certa categoria di persone e
quando ne fu creato un'altro per il ceto popolare e piccolo
borghese rimasi indispettito dal fatto che l'ammissione dei nuovi soci
dovesse avvenire attraverso le "palline-voto". Fu allora che
coinvolsi altri ragazzi per creare un'alternativa che chiamammo:
"Nuovo Sud" (il nome, un programma, quindi non mi
dilungo). Promuovemmo diverse iniziative, rappresentammo un
punto di riferimento, anche se per un breve periodo. Molti
studiavamo fuori. Sceso a Capo d'Orlando a 18 anni fui attratto
dal "Gruppo di Sensibilizzazione Civica" di Tanino
Calanna, Antonio Librizzi, Pino Ventura ed altri. Subito dopo,
assieme ad Antonio Librizzi fummo coinvolti da Tano Cuva nella
favolosa avventura dell'"Orlando e i Paladini" (chi
ricorda sa quanto fu importante quella bacheca per la nostra
comunità). Lo stesso Tano Cuva "acquistò" in blocco
il "Gruppo di Sensibilizzazione Civica" e ci lanciò all'interno
della famosa e gloriosa Pro Loco orlandina; diventammo "I
giovani della Pro-loco". In poco tempo
meritammo di entrare nel Consiglio direttivo prima, e
nell'Ufficio di presidenza dopo, con Tano Cuva presidente, io
Vice e Antonio Librizzi segretario. Furono gli anni della
riscoperta della "Processione a Mare di Maria SS. di Porto
Salvo", di "October Festa", delle mostre di arte
figurativa ed artigianale, del collateralismo con la "Vita
e Paesaggio", della nascita del Gruppo di artisti orlandini,
della famosa "Segheria Micale", delle "Operazioni
Culturali nel Sociale"...
Ed io c'ero, partecipavo,
pensavo di servire la comunità, la cultura, l'arte...
Dopo arrivò la famosa
"Seconda Conversione", la "chiamata". L'ho
definita sempre tiratina d'orecchio, del tipo: "dove sei
stato? Ritorna all'ovile, pecorella smarrita".
E fu un crescendo. Pensai di
aver scoperto la mia vocazione e dunque la mia missione.
Responsabile diocesano degli adulti di Azione Cattolica andavo
da Mistretta a Patti per assemblee, convegni, ritiri spirituali,
Campi Scuola. Poi presidente dell'Azione Cattolica orlandina,
l'esperienza nel Rinnovamento nello Spirito, il Ministero
Straordinario dell'Eucarestia...
Ed io c'ero, partecipavo,
pensavo di servire la comunità, la cultura, l'arte...e adesso
anche l'UOMO, nella sua interezza.
Promozione umana e
spirituale, organizzazione, formazione ed informazione erano diventate le
priorità assolute. Intanto, però, i miei colleghi
progettavano, dipingevano, crescevano nell'attività scelta come
professione, come mestiere; erano ben considerati ed affermati
non solo socialmente ma anche economicamente. Avevano posto la
loro attività come priorità.
Adesso tu mi dici, con la
schiettezza che ti contraddistingue: "...a
Capo d'Orlando da tutti vieni considerato solo... "un povero
CRISTO"! Tipo... quello della foto, vah!!"
In me è sorto l'interrogativo:
ALLORA HO SBAGLIATO TUTTO?... Sono stato soltanto un idealista,
un sognatore?... Se
è vero come è vero, perchè i fatti e gli accadimenti in ambito
elettorale, politico, professionale ed
ecclesiale lo dimostrano (scarsa considerazione, tradimenti,
rinnegamenti, estromissioni...), in effetti, alla resa dei conti: quella
voglia di esserci, di partecipare, di servire, dove mi ha condotto?... Se il risultato è quello che tu dici, mi
ha
condotto verso l'insuccesso, verso la sconfitta umana e
professionale, verso la disfatta esistenziale. Un desolante e
squallido risultato dopo anni ed anni di attivismo.
In questi trent'anni ho prodotto solo
fumo; non c'è ombra di arrosto...di considerazione, almeno su
uno dei tanti livelli di interesse coltivato. Ho condotto la mia
persona alla mortificazione della figura di architetto, di
artista, di giornalista, di professore, di mistico, di
contemplativo?... "Uno, nessuno e centomila"?..."un povero
CRISTO"! Tipo... quello della foto, vah!!"
SILENZIO!!!... Ho fatto
silenzio. Ho cercato di capire.
Il motivo scatenante, per
questa presa di coscienza, è stato "Il Grande
Carrello". Avevo inteso offrire alla comunità, attraverso
internet, una opportunità perchè Il sindaco scelto dal popolo
e quindi con pieno diritto a governare potesse sganciarsi dalla
dipendenza a fattori esterni che lo condizionassero e lo
tenessero vincolato a degli assessori, tre dei quali, secondo i
fatti prodotti ad oggi, si sono rivelati inutili ed uno anche
dannoso per il futuro di Capo d'Orlando. Nessuno in genere ha il
coraggio di dire che "IL RE E' NUDO"... con questo
meraviglioso strumento, volevo offrire, attraverso il sondaggio
(speravo che nessuno lo manovrasse per lasciarlo proprio come
opportunità di giudizio generale ma indicativo della realtà
politico-amministrativa locale) un modo per far comprendere a
chi ci amministra che oggi più che mai è richiesta competenza
e professionalità, inventiva e senso organizzativo. Volevo
capire se l'idea che mi sono fatto di questi tre incapaci
coincidesse con il parere dei più per dirgli, magari, di
dedicarsi a tempo pieno a quello che sanno fare e di non
fare gli amministratori a tutti i costi... con costi alti per la
società orlandina.
Anche questo, un modo per dare
spazio a quella insopprimibile voglia di esserci, di partecipare, di servire.
MA QUANTO TEMPO HO PERSO?
QUANTO TEMPO HO SOTTRATTO AL MIO LAVORO? CHI ME L'HA FATTO FARE?
PERCHE' INIMICARMI LE PERSONE? CON QUALI RISULTATI? SONO
REALMENTE CONOSCIUTO PER QUELLO CHE SONO, CHE SO E CHE
SPERIMENTO O PER QUANTO INFASTIDISCO GLI ALTRI?
La risposta che mi sono dato è
la seguente: litigo facilmente per salvaguardare il diritto, la
giustizia ( ciò che è giusto, nel senso di positivo, utile,
equo per tutti), la Verità rivelata. Sento il bisogno di
promuovere più che di promuovermi (nella rubrica degli
architetti ci sono altri colleghi e non ci sono io; nella
rubrica Ars Net ci sono altri colleghi e non ci sono io; avrei
tante cose da dire sul P.R.G. sulla pianificazione territoriale
ed urbanistica e faccio sempre altro; avrei da far vedere quanto
abbiamo prodotto a livello di attività didattica e non lo
faccio; potrei parlare delle mie particolari esperienze
spirituali e non lo faccio...) come architetto, come professore,
come artista, come Frate Sole (amico spirituale). Non ho fatto
niente per far conoscere il mio pensiero, la mia weltanschauung.
MI SONO RESO CONTO CHE, FORSE,
DOVREI CAMBIARE PROSPETTIVA, E PIU' CHE PARLARE DEGLI
ALTRI DOVREI SERVIRLI: CON IL SILENZIO QUANDO SONO TROPPI A
PARLARE; CON L'ESEMPIO QUANDO C'E' BISOGNO DI FATTI CONCRETI;
CON LA PAROLA QUANDO GLI ALTRI FANNO TROPPO SILENZIO.
Attraverso Nino ho capito che
se veramente voglio servire la mia comunità non devo contestare
e criticare come fanno tutti; non devo prendermela con degli
amministratori perchè sono incapaci, ma devo dimostrare loro, come e
con quali fatti, dal mio punto di vista, è possibile fare di
più e meglio; devo mettere a disposizione conoscenze,
competenze e capacità (le tre famose "C") a servizio
della collettività.
Questo strumento (capodorlandonline),
come il Giornale Murale nell'Isola pedonale, dovranno servire
per trovare spunti di riflessione, esempi di vita, risposte agli
interrogativi sull'uomo e sul suo fine ultimo, sulla natura,
sull'io, sulla società e sulla storia; sul reale che è frutto
di un'idea e non del caso o dell'improvvisazione. La
politica come "cultura dell'agire" nel quotidiano ma
secondo un fine, un obiettivo da raggiungere (quale? Per chi?
Come?). L'arte e l'urbanistica diventeranno gli assi privilegiati,
le direttrici essenziali. La spiritualità nobiliterà il cuore
dell'UOMO perchè si realizzi nei fatti, al di là dei convegni,
l'incontro fra fede e cultura.
Grazie Nino Monastra.
Da oltre
vent'anni prego il Signore, ogni giorno, perchè mi renda santo
santificatore... magari agli occhi della gente sono apparso
ed appaio come un illuso e un mistificatore..."un povero
CRISTO"! Tipo... quello della foto, vah!!"; probabilmente avrò
sbagliato tutto e sicuramente non ho fatto niente di buono fino
ad oggi... ma
mentre gli altri si arricchivano io ho scoperto una cosa
importante: la vita ha un senso se sempre, comunque e in
qualunque modo ci adoperiamo per il bene degli altri e in
qualunque modo li aiutiamo a crescere e a maturare. Tu oggi
l'hai fatto con me, spero che da oggi io possa farlo per gli
altri e fra questi altri ci possa essere qualcuno che poi possa
servire ad altri ancora. S. Francesco spesso pregava così: "Signore,
fa che inizi oggi a compiere il bene che nulla di buono ho fatto
fino adesso..." Quindi non è mai troppo tardi per
ricominciare ed io voglio ricominciare. HO SBAGLIATO
PROSPETTIVA? SI RICOMINCIA... E lo vedrai con le nuove pagine
che pubblicheremo e con il nuovo taglio che assumerà
Capodorlandonline.
Voglio concludere, però,
dicendoti che il Cristo, io, voglio imitarlo davvero. Anzi, devo
dirti che so per certo (lo diceva anche S. Pio da Pietrelcina)
che non si può diventare santi se non si diventa altro Cristo.
Consentimi questa presunzione, con le ovvie, indiscusse distanze
rispetto agli esempi citati, ma anch'io aspiro alle alte vette
dove volano le "aquile spirituali". Quindi, tutto
sommato, in quest'ottica, l'essere considerato povero Cristo mi sta bene.
Franco Spaticchia
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