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Politica & Società... |
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Inchiesta: così il Sud butta via i soldiDi Matthias Pfaender www.ilgiornale.it
Sei miliardi e
ottocento milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre. Eccolo il
tesoretto del Sud, un patrimonio da investire, distribuire, erogare:
altrimenti si perderà per sempre. Avere troppi soldi, così tanti da non
sapere come spenderli: un destino comune solo alle superstar di
Hollywood e alle regioni del Mezzogiorno, che questa settimana si sono
viste recapitare un promemoria dalla Ragioneria generale. I Contabili
dello Stato hanno ricordato alle sette regioni del meridione - Sardegna
compresa - che i fondi europei non si possono dimenticare in cassaforte:
o si riesce a spenderli o li si guarda mentre prendono la strada del
ritorno, e rientrano nelle casse di Bruxelles per andare da qualche
altra parte. Il Molise il più virtuoso, la Campania la meno «spendacciona», nell’unica classifica in cui la propensione alla spesa è virtù. In mezzo la Calabria, che ha ancora poco più di 708 milioni da spendere (equivalente al 17,5 per cento), la Basilicata (264 milioni - 15,5 per cento), la Puglia (869 milioni - 16,6 per cento), la Sardegna (730 milioni - 17,4 per cento) e la Sicilia (un miliardo e 602 milioni di euro, equivalenti al 18,9 per cento dei fondi stanziati). Sono lì, tutti per loro, tutti per i cittadini. Però sembrano congelati perché la politica e la burocrazia non si muovono. Il 31 dicembre è vicino, molto vicino. E c’è chi scommette che non tutti se ne siano accorti.
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Il capo della programmazione, Palocci,
lascia l'incarico a 3 mesi dalla scadenza dei Por.
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A tre
mesi dalla scadenza più impegnativa – la presentazione dei programmi
regionali per l’accesso ai fondi europei - Gabriella Palocci, dirigente
generale della Programmazione, ha lasciato l’incarico. ''Gabriella
Palocci ha espresso nella sua attività - ha detto Lombardo - energia,
competenze e rigore universalmente riconosciute, anche in sede
comunitaria, riuscendo a conseguire qualificati e lusinghieri risultati,
proprio nel settore dei Fondi strutturali dove avevamo accumulato piu'
ritardi''. Gabriella Palocci aveva richiesto la risoluzione del rapporto con la Regione siciliana nella primavera scorsa, quando il governo Lombardo è succeduto al governo Cuffaro. Il neo Presidente, secondo le cronache ufficiali, chiese alla dirigente di recedere la duo suo proposito. L’episodio fu interpretato come un normale atto di galateo politico da parte della dirigente, cui è seguita la manifestazione di fiducia da parte del Governatore. Il ripensamento, al di là delle frasi rituali e dell’ufficialità, non può essere rubricato come un normale turn over, sia per i tempi assai ravvicinati della presentazione dei programmi, sia per la decisione della Palocci di rimanere alla testa della programmazione siciliane e del governatore di continuare a servirsi del dirigente. In
circostanze analoghe, la verità viene fuori con difficoltà, il fair play
impone dei passaggi obbligati, le ragioni vere vengono fuori a distanza
di tempo. Sarebbe stato impossibile procedere ad una rimozione, in
considerazione del personaggio: Gabriella Palocci ha un curriculum
invidiabile. E’ stata dirigente ministeriale, a Roma si è guadagnata la
fama di esperta nel settore della programmazione. L’ex Presidente
Cuffaro ne ha tessuto gli elogi in più circostanze. E’ stata considerata
inamovibile. Gli impegni con Bruxelles avrebbero dovuto consigliare un rinvio di una decisione così impegnativa, come la rescissione del rapporto contrattuale – ciò vuol dire che le motivazioni reali, non note, devono avere avuto un peso maggiore. Nella ricostruzione di Repubblica, è stato il Presidente Lombardo a chiedere le dimissioni, una versione confermata dalle reazioni irritate dei dirigenti siciliani dell'Udc e dello stesso Totò Cuffaro, il quale se ne rammarica e considera la Palocci insostituibile. Ma anche lui dice di non saperne niente sulle motivazioni reali, che cosa abbia determinato la separazione consensuale.
Lombardo ha affidato l’interim della programmazione al dottor Enzo
Emanuele, il ragioniere generale della Regione.
Proprio qualche giorno fa avevamo dato notizia di una iniziativa della
dirigente della programmazione, un bando per la selezione di 30
professionisti esperti in fondi europei. La scelta era stata
giustificata dalla inesistenza di esperti nell’amministrazione
regionale. Siccome i dirigenti della Regione sono 3200, il fatto che non
si trovassero competenze idonee per "parlare” con l’Europa, ha provocato
sconcerto. Che la Palocci non si sia inventata la carenza è indubbio,
perché il bando è stato deciso dopo un censimento delle “disponibilità”
in ogni dipartimento. Questo censimento ha rivelato la incredibile
carenza di professionalità in un settore ormai centrale dell’attività
della Regione siciliana. Non è possibile collegare questa iniziativa alle dimissioni della dirigente, ma bisogna prendere atto di una concomitanza temporale fra le dimissioni e la diffusione della notizia del bando. C’è
, infine, una considerazione di natura politica che più d’uno fa sulle
dimissioni di Gabriella Palocci, e riguarda proprio l’ex Presidente
Cuffaro. La Palocci è stata visto come il fiore all’occhiello del
governo Cuffaro ed una persona vicina all’ex governatore. Che si lasci
un ruolo così importante non è ininfluente. Si tratta di un nuovo
strappo fra Lombardo e Cuffaro? Il sospetto è eccessivo, non ci sono
elementi che suffragano l’ipotesi. Che
ci si trovi davanti ad un passaggio cruciale del nuovo planning
elaborato con molta cautela da Raffaele Lombardo, è possibile.
http://www.siciliainformazioni.com:80 |
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La Palocci è stata un
personaggio sopravvalutato e nello stesso tempo mandata allo
sbaraglio. Neanche Valentino Rossi potrebbe trasformare un
vespino
Ciliegina sulla torta…l’interim al cuffariano di ferro Emanuele, inventore delle tantissime società regionali mangiasoldi, si commenta da sé. http://www.siciliainformazioni.com:80 |
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