
Piazza Ruggero di Lauria a Capo d'Orlando non esiste
più e, da ieri sera, si chiama piazza Blasco D'Alagona (foto
sotto l'apposizione della tabella). Il tutto al termine della
cerimonia e relativo dibattito svoltosi per far significare alla
cittadinanza la decisione. Non a caso è stata scelta la data del
4 luglio visto che, fu proprio il 4 luglio 1299 il giorno della
furente battaglia navale al largo del mare di Capo
d'Orlando, dove BLASCO D'ALAGONA si dimostrò un grande eroe come
ricostruisce, sotto, il prof. CARMELO CACCETTA, responsabile
della sede comprensoriale dell'Archeoclub di Capo d'Orlando.
Nella foto in alto dal dibattito di ieri sera, da sinistra a
destra: il prof. CARMELO CACCETTA, il sindaco ENZO SINDONI, lo
storico, prof. CORRADO MIRTO e l'assessore ANTONIO LIBRIZZI...

Ieri sera, mercoledì 4 luglio, il prof. Corrado Mirto
ha parlato nuovamente della battaglia navale di Capo d’Orlando
del 4 luglio 1299 in occasione della intitolazione a Blasco d’Alagona,
da parte del Comune di Capo d’Orlando, della piazzetta ex
Ruggero Lauria.
Già nel mese di aprile, promossa dalla sede
comprensoriale dei Nebrodi dell’Archeoclub d’Italia, ha avuto
luogo la prima conferenza dello studioso su “Federico
III-il grande e la battaglia navale di Capo d’Orlando del 4
luglio 1299”, nell’ambito del Corso di Formazione per
Docenti sulla storia di Agatirno-Capo d’Orlando, per
informare, in modo corretto, sugli eventi che in passato hanno
interessato il territorio.
Il prof. Corrado Mirto, specialista del
periodo, membro della società siciliana di Storia Patria, già
docente di storia medievale dell’Università di Palermo, è
autore dell’unica opera completa sul Regno di Sicilia dal
titolo “Il Regno di Sicilia e delle isole minori adiacenti”
in cui ricostruisce l’episodio.
Il presidente Archeoclub, Carmelo Caccetta
LA BATTAGLIA.
Il 4 luglio 1299 sulla spiaggia e nelle acque del mare
antistante Capo d’Orlando, si combatté una tremenda battaglia.
L’attacco era condotto da Giacomo II, già re di Sicilia,
succeduto al fratello Alfonso III nella corona aragonese,
contro le navi e le truppe di Federico III, proclamato re dal
popolo siciliano nel 1296. Gli aragonesi, con ben 56 galee,
erano riusciti a giungere per primi e a tirare a secco le loro
imbarcazioni con la prora rivolta verso il mare, pronte a
riprendere il largo all’arrivo della flotta siciliana, salpata
da Messina e composta da 40 galee. Gli uomini di Federico III,
certi di sottomettere il nemico, virarono in ordine sparso
verso la spiaggia ma molte navi furono respinte dagli
aragonesi e altre si arenarono. Le galee si combattevano tra
di loro e nel contempo scagliavano frecce verso la spiaggia
per allontanare la fanteria nemica che tentava di sfondare le
navi. La battaglia durò tutta la giornata con perdite da
entrambe le parti, finchè gli equipaggi siciliani cominciarono
a cedere. A Federico III mancò la fiducia e quando egli,
improvvisamente, svenne sulla nave ammiraglia, questa sfiducia
si propagò negli equipaggi. Si parlò di resa ma prevalse
l’idea di portare il Re a Messina. La galea reale, quindi,
uscì dalla formazione e si diresse verso lo stretto di
Messina. A questo punto un uomo deciso prese in mano le sorti
della giornata. Fu il conte Blasco d’Alagona, il quale capì
che bisognava, innanzitutto, proteggere la persona del Re, che
rappresentava il simbolo dell'unione siciliana e salvare
quante più navi fosse stato possibile. Quindi, con undici
galee, si mise sulla scia della galea reale. Accaddero vere
scene di disperazione a bordo di alcune navi, tanto che 6
galee si arresero al nemico e altre 15 furono catturate. Molti
valorosi però continuarono a combattere per proteggere la
ritirata del Re e affondarono insieme con le loro galere
difese con grande coraggio. L’intuizione di Blasco d' Alagona
di salvare la persona del Re si rivelò esatta. A Messina
Federico III fu accolto trionfalmente e la nazione siciliana
volle e seppe emulare la generazione precedente, protagonista
del Vespro. Giacomo II aveva vinto a Capo d'Orlando ma aveva
perso buona parte della sua flotta e il suo corpo di
spedizione era stato decimato. Egli ritenne dunque più saggio
ritornare in Aragona prima che le cose si mettessero al
peggio. Protagonista della tremenda battaglia del 4 luglio
1299, che non fece prigionieri e nella quale perirono 6.000
siciliani, fu il feroce ammiraglio Ruggero di Lauria, giunto
in Sicilia nel 1291 proveniente dall’Aragona. Dopo avere
tentato di mettere d’accordo i due fratelli Giacomo II e
Federico III, scelse di stare con Giacomo II, poichè questo
voleva dire combattere accanto agli Angioini, alleati di
Giacomo, che egli aveva sempre sconfitto. Blasco d' Alagona
prese il suo posto. Si assistette così al duello tra l’Alagona
fortissimo in terra e il Lauria imbattibile sul mare. A
seguito della vittoria conseguita a Catanzaro su Lauria, a
Blasco come premio venne conferita da Federico III la contea
di Mistretta, divenendo il signore dei Nebrodi, il cui punto
forte era la città di Nasa, poi Naso.
BLASCO D'ALAGONA.
Il cognome deriverebbe da Alagon, una terra dell’Aragona
(Spagna). Blasco d’Alagona, Alagona o Alagòn, conosciuto anche
Blasco I il Vecchio, fu un signore molto potente della
Sicilia del XIV secolo e morì nel 1302. Blasco giunse in
Sicilia dalla Aragona, insieme alla famiglia al seguito di
Pietro III nel 1282. Fu il primogenito della dinastia isolana
degli Alagona, che con Blasco II raggiunse il massimo
dell’ascesa. Gli Alagona erano molto legati alla casa
d'Aragona e a seguito della fedeltà dimostrata riusciranno ad
ottenere diversi privilegi. Blasco fu Capitano Generale di
Sicilia, con Pietro III e con Federico III. Questa loro
potenza, consentì agli Alagona di essere la famiglia più
influente di Catania e della Sicilia Orientale del secolo XIV.
Grazie alla fedeltà al Re Federico III d’Aragona, Blasco fu
nominato nel 1299 conte di Mistretta e di Naso.
Carmelo Caccetta- Archeoclub d’Italia- Sede Comprensoriale
di Capo d’Orlando
Edited by, giovedì 5 luglio 2007, ore 15,54.