Pare
proprio che Capo d'Orlando, con la sua bellezza, attiri anche
i santi.
Ma si sa che in genere coloro che seguono Dio più da vicino,
decidono di non perdere tempo sia in vita che in morte, quindi,
si può dedurre che il passaggio dalle nostre parti di
illustri e più o meno noti santi, non sia certamente casuale.
L'anno scorso, a sorpresa, la Parrocchia di S. Antonio, accolse
le reliquie di Santa Teresina di Lisieux, una delle sante più
conosciute oggi, soprattutto fra i giovani. In quell'occasione
arrivarono devoti della giovanissima santa Dottore della Chiesa
da tutti i paesi vicini: una folla da grandi occasioni, vista
forse solo in occasione di qualche atteso concerto estivo. Quest'anno,
come se già non fosse bastato, ecco arrivare nel paese
più turistico del Tirreno, un giovane che ha vissuto la
maggior parte della sua vita in un convento abbastanza distante
dal mare, ai piedi del gran Sasso. In molti si sono chiesti il
perché di questa visita, ma in certi casi è bene
imparare che le domande non si fanno, anche perché spesso
non ci sono risposte logiche da poter dare. San Gabriele dell'Addolorata
visita la nostra cittadina punto e basta;
Allora vediamo di conoscere meglio la storia di questo
giovane visitatore, divenuto santo in soli 24 anni, la cui vita
poco usuale, ha poggiato su valori e convinzioni incredibilmente
attuali. Gabriele, ovvero al secolo Francesco Possenti, figlio
del governatore di Assisi, secondo gli amici biografi non era
certamente un ragazzo che non sapeva godere del bello della vita,
anzi, si distingueva come leader incontrastato in tutto ciò
che faceva. Allo studio affiancava lo sport, la recitazione,
la danza, le serate con gli amici, fra i quali spiccava per le
sue trovate sempre divertenti e geniali oltre che per la sua
bellezza. Insomma, fino a qui tutto normale, fidanzamento incluso.
Lo stravolgimento dell'esistenza di questo ragazzo avviene a
18 anni, quando quelle stesse doti che facevano di lui un vincente
agli occhi del mondo gli fecero scoprire che soltanto dare la
vita per qualcosa di grande poteva renderlo veramente felice,
ancora più felice. E pare che questo qualcosa di grande
Francesco lo abbia trovato in Dio stesso, scelto dal giovane
come unico "divertimento", unica "passione"
della sua semplice ma altrettanto intensa vita.
Divenuto religioso
nella Congregazione dei Passionisti, visse una vita apparentemente
ordinaria, faceva infatti le stesse cose che facevano gli altri
compagni di avventura, però in modo evidentemente speciale
se, dopo oltre 200 anni dalla morte, è stato dichiarato
santo e, per giunta, patrono dei giovani di tutto il mondo.
Una venuta quella di S. Gabriele, dunque, che sembra veramente
poco casuale: se i santi, infatti, sono additati dalla Chiesa
come esempi da seguire per tutti i credenti, non sempre il buon
consiglio viene seguito da tutti quelli che, borbottando la loro
idea un po' poco generosa nei confronti della Chiesa, e ritenendo
i santi degli extraterrestri con poteri straordinari sbarcati
da altre galassie, continuano, comunque e incredibilmente, a
dirsi cristiani. Tra questi, tanti sono giovani, un po' stanchi,
per giunta, della loro fede "provata" dalle moderne
tecnologie tendenti a rendere tutto e subito facile, perfettamente
dimostrabile.
Forse San Gabriele gira proprio per questo, per dire la sua a
modo suo sulla vita, sulle scelte, per dirla ai suoi, ai giovani
un po' disillusi di oggi.
Ma è possibile essere moderni con una tunica addosso?
E' possibile essere credibili con un nome come il suo? E' possibile
parlare il linguaggio "web" di oggi se si è
vissuti dentro quattro mura una vita diversa da quella comune
e all'apparenza tremendamente monotona? E' possibile richiamare
l'attenzione dei giovani abituati a girare il mondo navigando
da casa, da santo vissuto per giunta nel 1800? E' possibile suscitare
sensazioni nuove, nuova forza interiore che dia senso profondo
alla vita, senza usare mezzi che puzzano di "fumo"
o di altra roba del genere? Ancora una volta non c'è una
risposta logica e immediata, forse è bene lasciar fare
a modo suo al giovane Gabriele dell'Addolorata.
Katia Mammana
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