VIAGGI NEL MITO
Excursus di fantasia nei meandri misteriosi della storia
 a cura di Ninì Sottile
 

prefazione

Come la fiammella ha bisogno del gas per poter ardere... Cosi il bene ha bisogno del male per poter   esistere... Noi dobbiamo esistere per sconfiggere il male giorno per giorno... 

 

Quel palazzo dove regnava il Re del Mondo si trovava nel regno di sotterra, un territorio immenso nascosto alla vista degli uomini e popolato da esseri semidivini, vero e proprio centro spirituale del pianeta. 

Quel regno esisteva, fin dalla notte dei tempi, per tutto il remoto periodo, denominato dai miti "Età dell'Oro", aveva prosperato alla luce del sole con il nome di "Paradesha", che in sanscrito vuol dire "Paese Supremo", da cui "Paradiso", poi, nel 3102 a.C., all'inizio del Kali Yuga della tradizione indu, il cui termine significa "Età Nera" e designa il periodo in cui viviamo, i suoi abitanti si erano trasferiti nel sottosuolo per evitare di essere contaminati dal male, e il nome della loro terra si era trasformato in "Agharti", "l'inaccessibile"...Ossendowski riferisce le parole di un Lama mongolo secondo il quale il Paradesha fu fondato dal primo Guru, intermediario antico del volere divino, intorno all'anno 380.000 a.C., e divenne sotterraneo più di seimila anni fa. Per Helena Blavatsky, studiosa d'occultismo, Agharti, che lei ha chiamato "La Loggia Bianca", è sorta sull'isola del Mar del Gobi dove, in tempi remotissimi, erano atterrati i "Signori della Fiamma", semidei provenienti da Venere... Dottrine esoteriche assai fantasiose fanno risalire la sua fondazione addirittura a quindici milioni d'anni fa; gli abitanti di Agharti proverrebbero dal continente di Gondwana, ora scomparso; grazie alla misurazione delle maree effettuata per mezzo del Candelabro delle Ande, essi avevano compreso che una catastrofe stava per abbattersi sulla loro terra, e si erano rifugiati in vaste gallerie sotterranee illuminate da una luce particolare che faceva germogliare le sementi, portandosi dietro il loro bagaglio di antichissime conoscenze... Il cuore di Agharti aveva sede sotto l'Asia Centrale, nel vasto territorio che va dal deserto del Gobi alle impervie montagne del Tibet e del Nepal; il Regno si estendeva per vie sotterranee nel mondo intero fino alle caverne dell'America, quell'antico popolo disparve sotto terra. La sua capitale era Shambhalla, mitica "Città di Smeraldo", citata spesso dai viaggiatori medioevali... 
FANT66.jpg (115739 byte) Il centro del Regno sotterraneo sorgeva sul principale incrocio delle correnti terrestri, o forse era esso stesso a generare questi fiumi di energia arcana che percorrevano tutto il pianeta e si diffondevano in superfici irraggiate dai megaliti. Agharti costituiva il mozzo, immobile e immutabile, della "Dharma Chakra", la "Ruota della Vita e della Legge" della tradizione indu, alla cui rotazione è legato il destino dei mortali... Agharti esisteva simultaneamente sia sul piano fisico, sia in un'elevatissima dimensione mistica, e solo pochissimi illuminati, detti Arhat, avevano la possibilità di accedervi. Per evitare che il male vi penetrasse, essa era tenuta isolata dal mondo della superficie da vibrazioni che tendevano ad offuscare la mente e rendere invisibili le porte di accesso: per questo Ferdinand Ossendowski, Sven Hedin e tutti quanti i "non-iniziati" che l'hanno cercata non sono riusciti mai a trovarla...Agharti era retta dal Brahmatma, colui che a quel tempo aveva il potere di parlare con Dio, ovvero il "Chakravarti", il "Re del Mondo",che regnava per il periodo di un Manvatara, una delle quattordici ere, la nostra oggi è quella detta del "Cinghiale Bianco", da cui è composto un ciclo cosmico. Vaivaswata, settimo e ultimo Re del Mondo, era in comunione spirituale con tutti i Manu che avevano regnato prima di lui, tra cui il primo Brahmatma Swdyambhuva; di tanto in tanto egli si recava nella Cripta del Tempio dove giaceva in un sarcofago di pietra nera, il sarcofago del suo predecessore, per unire la sua mente a quella dei Manu del passato. La caverna era sempre oscura, ma quando vi penetrava il Re del Mondo,  secondo Ossendowski,  le pareti si rigavano di strisce di fuoco e dal coperchio del sarcofago si levavano strisce di fiamme... Dal sarcofago cominciavano ad emanare i flussi diafani di una luce appena visibile: erano i pensieri del predecessore del Re, ed esprimevano la volontà e il comando di Dio. Il Brahmatma, insieme al Mahatma, colui che conosceva il futuro, e al Mahanga, colui che procurava le cause affinchè gli avvenimenti si verificassero, formavano una potente triade, da essi dipendeva una società di cavalieri-sacerdoti, i "templari" Confederati dell'Agharti, il cui livello più elevato era il cosiddetto "consiglio circolare" formato da dodici iniziati: lo stesso numero - fattoci rilevare da Renè Guénon - dei Cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù... Di rado il sovrano si mostrava al di fuori del suo regno: le sue ultime apparizioni pubbliche avvennero nel monastero di Narabanchi nel 1890, sempre a quest'anno risalgono una serie di profezie che anticiparono, con precisione sconcertante, gli sconvolgimenti politici iniziati un secolo dopo; nel 1923 in Siam e nel 1937 a Delhi. Comparirà di nuovo, davanti a tutti, soltanto quando il tempo sarà venuto, per condurre tutti gli uomini buoni contro i cattivi, ma il tempo non è ancora giunto...Gli uomini più cattivi dell'umanità, probabilmente, non sono ancora nati... Ad Agharti nacque, quindi, la religione unica, primordiale e perfetta dell'"Età dell'Oro", in grado - per mezzo di pratiche mistiche - di porre l'uomo in totale comunione con Dio... Tutte le grandi religioni attuali traggono le loro origini dalla religione primordiale di Agharti, così come tutte le tradizioni particolari sono in fondo solo adattamenti della grande tradizione primordiale, i loro supremi sacerdoti e i loro iniziatori, da Rama a Melchisedec, da Budda a Mosè, dai Re Magi a Maometto, sono dirette emanazioni del Re del Mondo..Nel corso dei millenni le religioni si secolarizzarono, e conservano solo qualche pallido ricordo della loro gloriosa e comune identità...Con l'aiuto e gli insegnamenti occulti dei "Superiori Sconosciuti", potenti illuminati mescolati agli uomini della superficie, la tradizione originale di Agharti è stata portata avanti dalle società esoteriche sparse per il mondo...FANT65.jpg (157906 byte)Il Re del Mondo non era soltanto un capo religioso, ma reggeva anche i destini materiali del pianeta, era l'unità tra il potere spirituale e quello temporale e simboleggiata nella figura del Re-Sacerdote... Il Manu faceva in modo che il corso della storia seguisse un preciso andamento, difficilmente comprensibile e non necessariamente positivo secondo i canoni più moderni, in completo accordo con un ineffabile piano divino... Al sovrano non mancavano i mezzi per eseguire la propria missione: quando lo desiderava Egli poteva infatti mettersi in comunione con il pensiero di tutti gli uomini che avessero influenza sul destino e la vita dell'umanità: Re, Zar, Khan, capi guerrieri, sacerdoti, scienziati... Egli conosceva tutti i loro pensieri e i loro disegni; se questi erano graditi a Dio li assecondava, altrimenti li faceva fallire... Ad Agharti - scrisse Ossendowski - la scienza si sviluppò indisturbata; poichè nulla laggiù, era minacciata di distruzione, il popolo sotterraneo - che oggi conterebbe milioni di anime - avrebbe raggiunto il più alto grado di conoscenza... A bordo dei Vimana, essi volerebbero per le anguste spaccature, all'interno del globo, e a volte anche all'esterno... Su vette mai calcate da piede umano, si possono trovare iscrizioni scolpite nella roccia a solchi di ruote lasciate dagli Aghartiani in perlustrazione... Forse i misteriosi... UFO... sarebbero proprio i loro veicoli: anzichè dallo spazio, essi potrebbero provenire... dalle profondità della Terra...

FANT71.jpg (110139 byte)I seguaci dell'alchimia invitavano "a visitare l'interno della terra", perchè "guardandosi in giro", avrebbero "scoperto la pietra dell'occulto"; simbolicamente "visitare l'interno della terra" significava "guardare dentro se stessi", ma la frase poteva essere interpretata anche in modo letterale... sottoterra si svolgevano i riti di iniziazione ai culti misterici; ... e sottoterra che i Cristiani si nascondevano nelle catacombe; e sottoterra che, secondo la tradizione, si trovavano le immense gallerie che collegavano Agharti con i centri di culto dell'"Antica Religione" sparpagliati nel mondo; e sempre sottoterra, infine, che scorrevano le misteriose correnti terrestri che, per alcuni, costituiscono le vene del nostro pianeta...Sotto ogni città viveva e pulsava, infatti, un'altra metropoli, fatta di cunicoli, di acquedotti, di cisterne, di cave abbandonate nei secoli, di abitazioni dimenticate, di tunnel della via viaria metropolitana, cunicoli, fognature, passaggi che sovente portavano cartelli con il nome delle vie sovrastanti... come un'altro mondo che spesso riflette quello visto in superficie... Come sopra... così sotto...Per esempio, la struttura della città sotterranea della "Comunità di Damanhur", "Fratelli" che vivevano insieme aiutandosi costantemente con la fiducia, il rispetto, la chiarezza, l'accettazione e la solidarietà reciproca, nel sottosuolo di Valchiusella, nel Canavese, era imponente: tremila metri cubi di spazi utili, con uno sviluppo di trenta metri nel sottosuolo, l'equivalente dell'altezza di una casa di undici piani, una disposizione in cinque livelli collegati tra loro da centocinquanta metri di gallerie; quattro grandi  di ambienti a rappresentare simbolicamente i principi contrapposti maschile e femminile, l'acqua, la terra, il cielo; una cupola in vetro dal diametro di otto metri e mezzo e dalla superficie di cento metri quadrati. FANT72.jpg (94868 byte) In ogni ambiente si trovavano mosaici, vetrate, affreschi, per un totale di ottocentosettanta metri quadrati di superfici decorate; colori, materiali e orientamenti del "Tempio dell'Uomo" di Damanhur sono stati scelti per attingere il maggior beneficio possibile dalle correnti terrestri su cui esso sorge... Vi si trovava, tra l'altro, un potente sistema di areazione, in grado di cambiare completamente l'aria ben cinque volte ogni ora...Ciò a differenza di quello che si trovava in superficie, soggetto a distruzioni e rimaneggiamenti... Molte opere ipogee sono rimaste sostanzialmente integre... La Roma imperiale era servita da circa quattrocentotrenta chilometri d'acquedotto, tre quarti dei quali scavati sottoterra... Il primo grande acquedotto introdotto in città fu l'Acqua Appia (312 a.C.), il cui percorso era quasi interamente in "speco sotterraneo"; com'era sotterraneo il magico fiume Diana, nel sottosuolo di Siena...Un tempo lo scavo di un pozzo comportava il problema di portare in superficie l'acqua potabile, in seguito, risolto con carrucole e secchi, oppure, con lo scavo di un "qanat", ovvero di una galleria che conduceva  l'acqua di falda del pozzo fino al luogo di affioramento e di fruizione. In Sicilia furono introdotti dai "Muqann", dai "Maestri d'acqua" tunisini, durante la dominazione islamica, sistemi d'irrigazione assai similari... Attualmente a Palermo rimangono decine di chilometri di queste gallerie che, in alcuni casi, benchè assolutamente prive di manutenzione proseguono silenziose il loro lavoro... La condotta fognaria più nota è la "Cloaca Maxima" di Roma. Costruita circa duemilacinquecento anni or sono, è ancora attiva, e la volta originaria, in conci squadrati di grandi dimensioni, non mostra ancora cenni di cedimento... Molti cunicoli continuano ad assolvere il compito per cui furono costruiti, a distanza di due o più millenni, mentre le opere idriche moderne hanno una vita di qualche decina di anni. I pozzi di un tempo sono particolarmente interessanti dal punto di vista architettonico e urbanistico: attorno ad essi, infatti gravitava la vita del popolo...Nel Centro e nel Sud Italia numerose grotte furono trasformate in chiese dedicate a San Michele Arcangelo o, più semplicemente, Sant'Angelo... Degni di nota furono anche i luoghi di culto sotterranei dedicati al dio iranico Mitra... I mitrei più noti si trovavano a Roma e a Napoli; un mitreo fu ritrovato anche in una grotta di Angera, sul Lago Maggiore... Il culto zoroastriano di Mitra, il dio della luce,  identificato anche col nome di Hélios, fu rappresentato con molti punti di somiglianza con il Cristianesimo: il dio nasceva da una vergine, il 25 dicembre, come Horus, in una grotta; la sua vita terrena si compiva in 33 anni; i suoi discepoli celebravano  in suo ricordo un pasto seduti alla stessa mensa...

Immaginiamo adesso un pozzo senza fondo: urla raccapriccianti, tonfi, gemiti, sibili, accompagnati spesso da una lieve luce azzurrognola... Non si tratta di un film della serie Nightmare, ma del consueto spettacolo di "Son et Lùmierés " che offre un vasto complesso di grotte in Azerbaigyan. Alla ricerca dell'origine di quelle manifestazioni, attribuite alla presenza di gas sotterranei, gli speleologi sovietici si sono calati a più riprese in quegli abissi , senza tuttavia riuscire a trovare le aperture di numerossime gallerie minori che si perderebbero nelle viscere della Terra. La presenza di graffiti e resti umani ha indotto dapprima a pensare a  una loro origine preistorica; in realtà le ossa si rivelarono assai posteriori ai disegni. Ulteriori esplorazioni portarono alla scoperta di una fitta rete di collegamenti sotterranei, con "piazze", pozzi, nicchie e canali... che teoricamente avrebbero potuto collegarsi ad altri cuniculi... per spingersi fino alle gallerie sotterranee del deserto del Gobi... Sulle caverne del Gobi... c'è chi afferma che, nei tempi remoti in cui il deserto del Gobi era un mare, esistesse al suo centro un'isola abitata da "Uomini discesi dalla Stella Bianca", Venus, che avevano diffuso la loro cultura tra le popolazioni locali... Da questo fortilizio insulare essi avrebbero dato inizio ad una colonizzazione del pianeta, collegandosi alla terraferma per mezzo di gallerie sottomarine... Nel 1778 furono portate in Francia dall'India le copie di alcune carte geografiche che utilizzavano come "punto di vista" il centro del deserto del Gobi, mentre le carte geografiche attuali sono riprese da un "punto di vista" europeo... Nel Gobi sono state effettivamente trovate le imboccature di diverse gallerie franate dopo poche decine di metri; in queste caverne, e anche in certe gallerie del lontano Uzbekistan, sarebbero state rinvenute alcuni misteriosi aggeggi di ceramica e vetro a forma di emisfero sormontato da un cono. Contenevano una goccia di mercurio, il carburante tradizionale dei Vimana, velocissimi e avveniristici veicoli volanti descritti dal Ramayana che percorrevano i cieli dell'India e le immense volte di pietra del regno di Agharti... Le gallerie asiatiche convoglierebbero verso un punto centrale, Shamballah, la mitica capitale di Agharti, i cui edifici di smeraldo emetterebbero intense fosforescenze verdi analoghe a quelle percepite in Azerbaigyan... Da un'altra zona "magica" dell'Asia, il Tibet, si dipartirebbe un altro network di tunnel, o forse potrebbe essere lo stesso, che collegherebbe il Palazzo del Dalai Lama di Lhasa con "tutti i luoghi della Terra"; si tratta di gallerie dai poteri particolari, in quanto, percorrendole, in "pochi minuti" il Sacerdote-Sovrano sarebbe stato in grado di raggiungere ogni angolo del pianeta... Un terzo network avrebbe il suo centro nell'Isola di Pasqua, ove, in effetti, si aprirebbero le imboccature di numerosi tunnel che si interromperebbero però, bruscamente, dopo pochi metri; in un tempo remoto essi avrebbero "superato l'oceano" e raggiunto l'Asia e le Americhe... Purtroppo la principale caratteristica delle gallerie del Perù è la medesima di quelle del Tibet e dell'Azerbaigyan: nessuno è mai riuscito a vederle!

I complessi megalitici, dal greco megas, grande, e lithos, pietra, erano strutture preistoriche costituite da grandi rocce; ne esistono di quattro tipi principali: a pietre verticali isolate (chiamate menhir), a pietre verticali allineate, come nel complesso di Carnac, a pietre disposte a cerchio, come nei complessi di Stonehenge e di Avebury, a pietre disposte a formare una camera, come nei cosiddetti dolmen e nel sepolcro di Newgrange. La maggior parte di queste strutture si trova in Europa, e sono state edificate a partire dal tardo Neolitico fino alla prima Età del Bronzo (4000-1000 a.C.); ma complessi del genere sorgono anche in India, in Giappone, in Africa Occidentale. I cerchi di pietra dell'Inghilterra e della Bretagna, dove sono chiamati Cromlech, fanno pensare che i loro edificatori abbiano utilizzato un'unità di misura comune, la cosiddetta "iarda megalitica", lunga 829 centimetri. Se questa interpretazione fosse corretta, questo significherebbe che gli antichi abitatori dell'Europa possedessero approfondite conoscenze matematiche e geometriche in un periodo molto precedente a quello delle civiltà egiziana e mesopotamica... Perchè simili costruzioni sono spesso allineate lungo "ley", linee lunghe chilometri e chilometri? Sono monumenti dedicati al Culto del Sole, giganteschi cippi funerari, osservatori astronomici o, come molti sostengono, ricevitori e amplificatori delle misteriose correnti terrestri che scorrevano all'interno del pianeta, o, addirittura, veri e propri "aghi da agopuntura" infissi nel suolo per curare la Terra malata? In Sardegna, a Li Muri, sorge il più antico monumento megalitico dell'isola (2500 a.C.) costituito da cinque cerchi che si intersecano attorno a uno spuntone roccioso. Le statue-stele, peculiari tipo di megaliti antropomorfi dell'altezza di un metro, un metro e mezzo ritrovati a Luni (La Spezia)... risalgono all'età del bronzo, ma, fino a pochi decenni fa, la loro esistenza era nota solo agli abitanti della Lunigiana: qui, da sempre, a causa della loro forma squadrata venivano utilizzate per costruire le case... Il contorno delle figure umane, molto stilizzate, e in rilievo, veniva ottenuto scavando il resto della pietra; le figure sono prive di bocca, per impedire loro la fuoriuscita dell'anima, in modo che le statue-stele potessero, in quel modo, restare vive... Si racconta che chi le studiasse fosse oggetto di dispetti e disgrazie... In Puglia, invece, sei dolmen e quarantotto menhir, per un totale di cinquantaquattro monumenti megalitici, sono testè scomparsi... Se la sparizione dei megaliti più piccoli può essere attribuita ai turisti, ai vandali o ai contadini alla ricerca di pietre per murature a secco, quelle delle altre lasciano francamente sconcertati... Il Dolmen di Cocumola era costituito da sette pilastri informi su cui posava un piano di pietra lungo più di quattro metri, largo un metro e sessantacinque e spesso una ventina di centimetri... Di questa pesantissima costruzione ... oggi non esistono più nemmeno le tracce!FANT73.jpg (113431 byte)

In una delle prime opere dedicate a Re Artù, la "Vita Merlini", scritta  nel 1140, circa, da Geoffrey di Monmouth, si parla di un complesso circolare composto da enormi pietre, la "Chorea Gigantum", Danza dei Giganti, che si trovava in Africa, e che poi era stato portato in Irlanda da un popolo di giganti... Qui era stato sistemato sul "Monte Killarus", come monumento funebre per quattrocentosessanta nobili soldati di Aurelio Ambrosius uccisi dai Sassoni... Re Uther Pendragon tentò di trasportarlo in Inghilterra e, siccome, l'impresa era superiore alle sue forze, così dovette rivolgersi al mago Merlino... Questi, con l'aiuto degli angeli, lo trasferì nella piana di Salisbury, dove tuttora esiste con il nome di "Stonehenge"... Secondo Norman Lockyer, i megaliti sono stati eretti attorno al 2800 a.C., parzialmente distrutti, risistemati nel 1560 a.C. e, successivamente di nuovo abbattuti... Nel corso dei secoli, infatti, Stonehenge subì vari attacchi, non ultimo anche quello di sacerdoti cristiani che vi vedevano una sorta di tempio del demonio... Secondo Gerald Hawkins, astronomo americano, Stonehenge altro non è che un gigantesco computer di pietra, che consentiva di effettuare complicati calcoli sul sorgere e tramontare del Sole, sui movimenti della Luna e sulle eclissi. Ma da dove deriverebbero le conoscenze, indubbiamente assai approfondite, che avrebbero permesso una simile realizzazione? Ewan Mc Kie, direttore del museo di Glasgow, sostiene che, a quei tempi, esisteva una sorta di scuola nei dintorni di Durington Walls ove i discepoli venivano iniziati ad antiche misteriose discipline... Quanto antiche? Ancor oggi i membri dell'United Ancient Order of Druids, una setta fondata nel 1883, continuano a utilizzare quella che loro ritengono la "Cattedrale dei Druidi" per compiervi riti misteriosi... Nel 1986 dopo violenti scontri tra polizia e i partecipanti, venne vietata la celebrazione del tradizionale "Festival di mezz'estate"...

La "International Arthurian Society" ha catalogato circa quindicimila saggi dedicati al personaggio...FANT117.jpg (50747 byte) Re Artù e, al centro di un vastissimo e variegato universo, e, millequattrocento anni dopo la sua "nascita", continua a essere, come è scritto su una lapide ad Avalon, "Rex Quondam, Rexque Futurus", Re per una volta, Re per il futuro... La ricerca delle prove storiche dell'esistenza di Artù continua, appassionata è ininterrotta, fin dal 1190, quando i monaci di Glanstonbury identificarono la sede della loro Abbazia con la mitica Avalon, ove il sovrano era stato trasportato dopo essere stato mortalmente ferito a Camlann... Arthur diventò protagonista o comprimario di narrazioni gallesi intorno al 600 d.C.... Cantate e racconti tratti dai lai dei Bardi, messi per iscritto soltanto intorno al XII° secolo, ma che riferiscono narrazioni celtiche del VII°-VIII° secolo, lo narrano come invicto cavaliere... Tradizioni orali, a proposito dell'Arthù celtico si svilupparono in un'epoca imprecisata, e probabilmente posteriore a quella dei miti gallesi, anche in Bretagna, dove i Cavalieri giunsero dall'Inghilterra camminando su... un ponte di isole... Nell'XI° secolo fu considerato dagli inglesi un eroe nazionale, e le sue imprese, diffuse dalle cantate dei Bardi, furono note non solo in Gran Bretagna, Irlanda, nord della Francia, ma anche nella lontana Italia: lo dimostra un bassorilievo sulla "Porta della Pescheria" del Duomo di Modena, realizzato intorno al 112o, e cioè con almeno dieci anni di anticipo sul ciclo di narrazioni scritte, in cui sono raffigurati "Artus de Bretania", "Calvagin" (Gawain), "Galvarium" (Galeron) ed altri cavalieri... Ma l'Artù celtico-britannico era un personaggio che i romani avrebbero definito "un barbaro": un Re robusto e coraggioso quanto rozzo e incolto: la sua notorietà internazionale impose, come si direbbe oggi, un operazione di "lifting dell'immagine", un rinnovamento allo scopo di nobilitarne la figura... Fu l'inglese Geoffrey di Monmouth a dare il via al processo che avrebbe trasformato Re Artù, da monarca "barbaro" a simbolo messianico di Re-Sacerdote e unificatore globale, e i suoi cavalieri in un perfetto modello per le istituzioni cavalleresche medioevali... Tra l'anno 1130 e il 1150, nell'"Historia Regum Britanniae", nelle "Prophetiae Merlini" e nella "Vita Merlini", Geoffrey tracciò una precisa quanto fantasiosa genealogia del sovrano, recuperato ed interpretato in chiave cristiana, e non più celtica, assieme a Merlino ed agli altri cavalieri, Re Artù divenne il campione, per autonomasia, della cristianità e delle "chancon des gestes" dei cavalieri senza macchia e senza paura, e pose alcuni capisaldi del futuro ciclo, battezzando, per esempio, "Avalon", il sepolcro da cui Artù sarebbe risorto quando l'Inghilterra avrebbe avuto ancora bisogno di lui... Nel 1155 Robert Wace terminò il primo poema del ciclo "Le Roman de Brut": si trattava di una traduzione in normanno dell'"Historia Regium Britanniae", ripulita dai particolari più crudi... Non si dice per esempio, che durante la guerra contro gli Scoti e i Pitti, Artù "li assediò per quindici giorni facendoli morire di fame a migliaia", e integrato con altri elementi... Fu Wace a menzionare per la prima volta la "Tavola Rotonda"... Verso il 1190 Chretien de Troyes, introdusse nella "materia" il tema della "Ricerca del Grahal"... Chretien battezzò "Camelot" come la reggia di Artù, e inventò alcuni grandi protagonisti... Proprio un poema "straniero", il "Parsifal", scritto intorno al 1210 dal tedesco Wolfram Von Eschenbach, privilegiò per primo gli elementi esoterici e simbolici del ciclo, nei confronti di quelli avventurosi... L'epopea arturiana venne definitivamente messa a punto verso il 1450, nel "Le Morte d'Arthur" di Sir Thomas Mallory... Qui si possono trovare tutti gli ingredienti alla base di centinaia di opere successive... Per quanto riguarda la, per certi versi, inquietante figura di Merlino... La denominazione Merlinus venne utilizzata per la prima volta da Geoffrey di Monmouth nell'Historia Regium Britanniae, ma il personaggio era già noto nelle tradizioni celtiche come Myrddyn, dal nome della città di Caermyrddyn dove era nato... Il Merlino storico visse, probabilmente, nel VI° secolo; era un Bardo gallese, Taliesin, specializzato in testi profetici... La sua vita fu incredibilmente lunga, tanto che certi commentatori ritengono che siano esistiti due Merlini diversi... Myrddyn era stato infatti di Re gallese Vortirgern... e , più di cent'anni dopo, aveva combattuto a fianco di Re Gwenddolaw... Della produzione letteraria di Merlino è rimasto un solo frammento... la strofa di una profezia in un arcaico dialetto gaelico che nessuno è mai riuscito a tradurre... Fu il Vescovo Alessandro di Lincoln a richiedere a Geoffrey di tradurre le profezie dal gaelico al latino... La Chiesa Cattolica considerò Merlino un profeta "cristiano" e degno di rispetto; del resto, nella saga arturiana, é proprio il mago ad innescare il processo che permette "al dio Unico di cacciar via i molti Dei celtici"... Secondo Geoffrey, i poteri magici di Merlino hanno un'origine diabolica... Merlino sarebbe stato generato quale sorta di Anticristo destinato a diffondere il male nel genere umano... A questo scopo, la figlia di un ricco mercante viene posseduta nel sonno da un "incubo", ma rivela quanto è accaduto al confessore: questi traccia sul suo corpo il segno della croce, così, quando il bimbo nasce, è irsuto come un démone, ma non ha il desiderio di fare del male... Dal padre Satana, Merlino ereditò quindi la capacità di conoscere il passato; Dio stesso, attraverso la madre, gli aveva conferito il potere di... prevedere il futuro... Secondo Geoffrey, Merlino sarebbe anche il responsabile della  presenza del complesso megalitico di Stonehenge, nella piana di Salisbury, dove l'avrebbe trasportato per mezzo delle sue arti magiche... Morgan Le Fay, Morgana l'incantatrice, personaggio direttamente derivato dalle divinità Morrighan, Macha e Modron, la grande madre celtica... faceva parte d'un gruppo di nove fate che vivevano ad Avalon, e aiutava Artù a guarire dalle sue mortali ferite... Nelle narrazioni successive andò ad assumere connotati sempre più negativi... Nelle opere tardo mediovali, furono dimenticate le origini semidivine, e venne presentata come una perfida seduttrice, tanto bella quanto malvagia: il prototipo, insomma, della "donna sessuata", la strega aborrita, tipica e temuta dalla Chiesa Cattolica...

Come il biblico Mosè, il sovrano era simultaneamente Re, Sacerdote e Iniziato, esperta guida politico-militare ma anche tramite tra il suo popolo e la divinità. Era, dunque, il modello perfetto del reggitore di popoli, la versione terrena del Re del Mondo di Agharti, e a lui si ispirò, tra gli altri, Federico II° Hohenstaufen, che edificò un palazzo ricco di simboli ermetici, Castel del Monte, su ideale modello di Camelot... I miti di Artù avrebbero stretto collegamento con lo Zoroastrismo, la religione fondata da Zarathustra... Il nome stesso di Artù deriverebbe da quello del Dio Solare Ahura Mazda, o da Atur Gushnasp, il guardiano del "Fuoco Reale" della religione Zoroastriana; il nome Parsifal sarebbe una specie di commistione tra "Parsi", la denominazione tarda dei seguaci di Zarathustra, e "Fal", la "Pietra della Conoscenza" della tradizione celtica... Il castello del Graal, descritto da Wolfram, sarebbe, inoltre, sorprendentemente simile al complesso Takht-I-Sulaiman, il principale centro del culto di Zoroastro, edificato in Iran nel VI° sec. a.C.... Altre dottrine esoteriche presero in esame la figura di Merlino; per alcuni si trattò di uno dei "Superiori Sconosciuti" di Agharti disseminati sulla Terra: ad Artù, il suo discepolo prediletto, avrebbe affidato il compito di portare avanti l'antica tradizione magico-religiosa del leggendario regno sotterraneo... Testimonianze di carattere architettonico, tutte curiosamente precedenti alla diffusione della "Materia di Bretagna", si sono riscontrate, oltre che nel già citato Duomo di Modena, sul portale della Cattedrale di Bari e nel mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto... Quest'opera fu realizzata, "Rex Arturius", dal sacerdote Pantaleone del 1165... Il termine Graal, derivato dal latino Gradalis, con cui si designa una scutella lata et aliquantulum prufunda (Helimand de Froidmont): una tazza, un vaso, un calice (errore: un calice non è "largo e alquanto profondo", n.d.r.), un catino... simboli del grembo fecondo della "Grande Madre", la Terra, e, come l'inesauribile Cornucopia dei Greci e dei Romani, portavano vita e abbondanza... La coppa della vita dei Celti e il "Calderone di Dagda"... Re Artù andò a recuperarne uno addirittura negli Inferi... La tradizione cristiana annoverava almeno due sacri contenitori: il Calice dell'Eucarestia e, sorprendentemente, la Vergine Maria... Vas spirituale, vas honorabile, vas insigne devotionis, ovvero "vaso spirituale, vaso dell'onore, vaso unico di devozione": nel grembo (vaso) della Madonna, infatti, la divinità era divenuta manifesta... In effetti questo era un errore: in realtà era un modo per dire che la Grande Madre è puro spirito, e il corpo di Maria non era che il contenitore della Grazia... Il Graal arturiano fu descritto per la prima volta da Chretien intorno al 1190 in Perceval le Gallois ou le Compte du Graal; solo nel successivo Joseph d'Arimathie, scritto da Robert de Boron, intorno al 1202, il Graal venne descritto come il calice dell'Ultima Cena, in cui Giuseppe d'Arimatea aveva raccolto il sangue di Gesù crocifisso... La coppa aveva già una storia e un nome particolare prima di essere utilizzata da Gesù: "Io non oso raccontare, nè riferire, nè potrei farlo (...) le cose dette e fatte dai Grandi Saggi... Lì sono scritte le ragioni segrete per cui il Graal è stato designato con questo nome"... Il Graal venne associato (o "é" tout court) a un libro scritto da Gesù Cristo ed alla cui lettura può accedere solo chi è in grazia di Dio... Le verità di fede che esso conteneva non potevano mai essere pronunciate da lingua mortale senza che i quattro elementi ne venissero sconvolti... Se ciò, infatti, sarebbe accaduto, i cieli avrebbero diluviato, l'aria avrebbe tremato incenssantemente, la terra sarebbe sprofondata e l'acqua avrebbe cambiato colore... Il "libro-coppa" avrebbe posseduto, dunque, un temibile potere... Il Graal sarebbe stato in stretta relazione con una terra chiamata "Sarraz", impossibile da situare storicamente o geograficamente; non era in Egitto, ma si vedeva da lontano il Grande Nilo, mentre il suo re combatteva contro un Tolomeo, in effetti la dinastia tolomaica si era estinta prima dell'avvento di Cristo...Comunque questa terra era situata in Medio Oriente... Da essa ebbero origine i Saraceni... Attorno al 1210, nel poema Parzival, il tedesco Wolfram Von Eschenbach conferì al Graal ulteriori connotazioni... Non si trattò più di una coppa, bensì di una pietra del genere più puro chiamata "lapis exillis"... Il termine lapis exillis fu errneamente interpretato come "Lapis ex coelis", ovvero caduta dal cielo & quot: e, difatti, Wolfram scrive che la pietra era uno smeraldo caduto dalla fronte di Lucifero e portato sulla terra dagli angeli rimasti neutrali durante la ribellione... La tradizione esoterica delle pietre sacre, tramiti fisici tra l'uomo e Dio, è tipicamente orientale: la pietra nera conservata nella Ka'ba é l'oggetto più sacro della religione islamica; i seguaci della Qabbalah ebraica utilizzarono il termine "lapis exiliis", pietra dell'esilio, appunto, per designare lo Shekinah, ovvero la manifestazione di Dio nel mondo materiale; ancora più a Oriente, l'Urna incastonata nella fronte di Shiva della tradizione induista, simboleggiava il "Terzo Occhio", organo metafisico che permetteva la visione interiore... Durante la sua permanenza in Cornovaglia, Gesù avrebbe ricevuto in dono una coppa rituale da un Druido "convertito al cristianesimo", e quell'oggetto gli era particolarmente caro... Dopo la crocefissione, Giuseppe d'Arimatea aveva voluto riportarla al donatore ulteriormente santificata dal sangue di Cristo; il Druido in questione era Merlino, trait d'union tra la religione celtica e quella Cristiana... Giuseppe affidò la coppa ad un guardiano soprannominato "Ricco pescatore" o "Re Pescatore" perchè, come Gesù, "sfamò un gran numero di persone moltiplicando un solo pesce"... Secoli dopo, nessuno seppe più dove si trovasse il "Re Pescatore": il Graal fu, di fatto, perso... Sulla Britannia si abbattè una maledizione chiamata dai Celti Wasteland, la terra desolata, uno stato di carestia e devastazione sia fisica che spirituale... Il Wasteland fu scatenato dal "Colpo Doloroso", ovvero da un colpo vibrato da Balin il Selvaggio con la Lancia di Longino; in altre versioni, da Re Varlans con la Spada di Davide, nei genitali del "Re magagnato"... Per annullare il Wasteland, spiegò Merlino ad Artù, è necessario ritrovare il Graal, simbolo della purezza perduta... Un Cavaliere, Parsifal "il Puro Folle", o Galaad "il Cavaliere vergine" occupò allora lo "Scranno periglioso", una sedia tenuta vuota alla Tavola Rotonda, su cui può sedersi, pena l'annientamento, solo "il Cavaliere più virtuoso del mondo", colui che è stato predestinato a trovare il Graal... Ispirato da sogni e presagi, e superando una lunga serie di prove "perigliose", Parsifal rintracciò Cobernic, il Castello del Graal e giunse al cospetto della Sacra Coppa... Non osò però porre le domande:- "Che cos'è il Graal? Di chi esso è servitore?", contravvenendo così al suggerimento evangelico "Bussate e vi sarà aperto..." Il Graal, così, scomparve di nuovo... Dopo che il Cavaliere ebbe trascorso alcuni anni in meditazione, la ricerca riprese... Il Re Magagnato si riprese, il Wasteland ebbe fine; Re Artù morì a Camlann e Merlino sparì nell'aria dalla sua tomba di cristallo...

Quale fu, dunque, il destino del Graal? Intorno al 540 d.C., stando alla "Materia di Bretagna" il Graal fu riportato in Medio Oriente... Per secoli non se ne sentì più parlare, finchè, verso la fine del XII° secolo, esso balzò, o tornò, improvvisamente alla ribalta... Come mai? A partire dal 1095, molti Cavalieri cristiani si erano recati in Terra Santa, ed erano entrati, per forza di cose, in contatto con le tradizioni mistiche ed esoteriche del luogo: sicuramente qualcuna di esse parlava del Graal, un sacro oggetto dagli straordinari poteri... Grazie ai Crociati, la leggenda raggiunse l'Europa e vi si diffuse... C'è anche chi ritiene che il Graal sia stato rintracciato dai Crociati e riportato nel Vecchio Continente... Quelli che seguono sono i nascondigli più probabili:

Il castello di Gisors. I Cavalieri Templari avevano stretto rapporti con la Setta degli Assassini, un gruppo iniziatico ismailita che adorava una misteriosa divinità chiamata Bafometto... Per alcuni il Bafometto altro non era che il graal; prima di essere sgominati, gli Assassini lo avevano affidato ai Templari, che lo avevano portato in Francia verso la metà del XII° secolo...

Castel del Monte. I Cavalieri Teutonici, fondati nel 1190, erano in contatto sia con i mistici Sufi, una setta islamica che adorava il Dio delle tre religioni, Ebraica, Islamica e Cristiana, sia con l'illuminato Imperatore Federico II° Hohenstaufen, a sua volta seguace di quella dottrina... Tramite i Cavalieri Teutonici, i Sufi avrebbero affidato il graal all'Imperatore, affinchè lo preservasse dalle distruzioni scatenate dalle Crociate. In tal caso, il Graal si troverebbe a Castel del Monte, un palazzo a forma di coppa ottagonale edificato apposta per custodirlo...

Takht-I-Sulaiman. Il Castello del Graal descritto, al solito, da Wolfram Von Eschenbach, e sorprendentemente simile a Takht-I-Sulaiman, il principale centro del culto di Zoroastro... Qui, prima di venire dispersi e allontanati, i seguaci di Zarathustra adoravano il simbolico "Fuoco Reale", fonte della conoscenza dell'"Artù e il dio del fuoco"...Takht-I-Sulaiman potrebbe essere dunque la mitica Sarraz, da cui il Graal, il Fuoco Reale?, giunse, a cui ritorno, e dove forse si trova ancora...

Cattedrale di S. Nicola a Bari. Nel 1087, un gruppo di mercanti portò a Bari dalla Turchia le spoglie di San Nicola, e in loro onore venne edificata una basilica. In realtà la traslazione del Santo era solo la copertura di un ritrovamento ben più importante, quello del Graal... I mercanti erano in realtà cavalieri in missione segreta per conto di Papa Gregorio VII°. Il Pontefice era al corrente del potere del Calice, ma non intendeva pubblicizzare la sua ricerca, nè l'eventuale ritrovamento, in quanto esso era un oggetto pagano, o comunque il simbolo di una religione ancor più universale di quella cattolica... La coppa, che forse era passata per le mani di San Nicola nel VI° secolo, e che gli avrebbe conferito la fama di dispensatore d'abbondanza (San Nicola = Santa Klaus = Babbo Natale), la coppa, dicevamo, e il recupero delle spoglie giustificò la spedizione in Turchia e l'edificazione di una basilica a Bari: sul portale della cattedrale, edificata parecchi anni prima della divulgazione della "Materia di Bretagna", si trova ancora l'immagine di Re Artù e un'indicazione stilizzata del nascondiglio; la tomba di San nicola continua a emanare un liquido chiamato "manna" che, oltre a essere altamente nutritivo, come il Graal guarisce da ogni male...

Ricapitolazione delle caratteristiche del Graal:

1. Il Graal era un oggetto materiale e spirituale insieme. Non si conosce esattamente la sua natura: forse è una pietra, forse è un libro, forse un contenitore; è certo che permise di "abbeverarsi", nell'ultima cena, ma vi si potè pure versare qualcosa: il sangue del Cristo crocefisso. Poteva guarire le ferite, donare una vita lunghissima, garantire l'abbondanza, trasmettere e garantire la conoscenza, ma fu anche dotato di poteri terribili e devastanti...

2. La tradizione sull'esistenza di un oggetto con questi poteri fu antichissima e diffusa in una vasta zona dell'Asia, del Nord Africa e dell'Europa; il graal è forse stato identificato con nomi diversi , come la "Lampada di Aladino, il "Vello d'Oro",  l'"Arca dell'Alleanza", la coppa "Amonga" dei Sarmatiani del Caucaso... In qualche modo ignoto Gesù ne entrò in possesso...

3. Le varie leggende a proposito del Graal, Tuatha De Danaan, Smeraldo di Lucifero, Occhio di Shiva, eccetera..., concordano nel conferirgli un origine ultraterrena... Per gli antropologi è un corpus di dottrine elaborato attraverso i secoli, "vici si può abbeverare e vi ci si può versare", forse supportato fisicamente da un testo scritto. Per la tradizione cristiana, il Graal rappresentò l'evangelizzazione del mondo barbaro, operata dai missionari (Giuseppe d'Arimatea), stroncata dalle persecuzioni e ripresa da un gruppo di uomini di buona volontà guidati da un sacerdote (Merlino), o ancora, la cacciata dall'Eden (il Wasteland) e la successiva redenzione grazie all'intervento di Gesù... Per gli alchimisti rappresentò la conoscenza, e la sua ricerca equivalse a quella della Pietra Filosofale o dell'Elisir di lunga vita... Per Carl Gustav Jung fu un archetipo dell'inconscio; per Jesse Weston fu un simbolo sessuale e di fertilità; FANT78.jpg (94348 byte) Per Adolf Hitler fu uno strumento magico con cui ottenere il potere assoluto; per gli autori di romanzi di fantascienza e i fautori dell'ipotesi extraterrestre fu un'apparecchiatura proveniente dallo spazio, o qualcosa che avrebbe a che vedere con i terribili poteri della fusione nucleare... E, per i giornalisti Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln fu ancora un'altra cosa: fu una "linea di sangue"...

Una delle possibili etimologie di Graal comprende l'attributo "San": "San Graal" sarebbe l'errata trascrizione di "Sang Real", ovvero "Sangue Reale". Il sangue fu, evidentemente, quello del Cristo contenuto nella coppa, ma per altri commentatori il termine sangue designa una dinastia; per Dion Fortune, quella dei sacerdoti di Atlantide... La stirpe fu quella di Gesù... Salvatosi dalla crocefissione, il Redentore avrebbe generato dei figli, da cui sarebbe nata la dinastia francese dei Merovingi... Lungi dall'essersi estinti nel 751, i Merovingi, e quindi gli eredi diretti di Cristo, sarebbero ancora tra noi, accuratamente protetti da un'antica società iniziatica denominata "Il Priorato di Sion"... I membri del Priorato, di cui sono stati Gran Maestri, tra gli altri, Leonardo da Vinci, Victor Hugo, Claude Debussy... costituirebbero una "Sinarchia" o un governo occulto che, ormai da quasi un millennio, influirebbe sulle scelte politiche, o d'altro genere, dei governi ufficiali...

Nel 1118 i cavalieri Hugh de Payns e Geoffrey de Saint-Omer, per ordine di San Bernardo da Chiaravalle, fondarono un ordine religioso-militare, i Poveri Cavalieri di Cristo, con lo scopo di proteggere i pellegrini che si recavano in Terra Santa. Baldovino II°, Re Latino di Gerusalemme, li ospitò nell'ala orientale del proprio palazzo che sorgeva sulle rovine del tempio di Gerusalemme: da qui gli appartenenti all'ordine presero il nome di "Templari"... Immediatamente dopo il rientro in Francia del primo contingente di cavalieri, il Concilio di Troyes (1128) sancì ufficialmente le regole dell'ordine: pur essendo laici, i Templari fecero voto di castità, obbedienza e povertà; vestirono una cappa bianca con una croce rossa, si divisero in Cavalieri, Cappellani, Sergenti, Artigiani, e comandati da un Gran Maestro e da un Concilio che dipendevano direttamente ed esclusivamente dal Papa... Dopo la sconfitta di Acri (1291), che segnò definitivamente la fine delle crociate, la loro principale attività divenne quella dei "prestiti ad interesse"; fu così che l'ordine dei Templari accumulò immense ricchezze ed una gran quantità di terreni: furono edificati circa novemila castelli, chiese ed edifici, caratterizzati spesso da una pianta circolare, in tutta l'Europa: Il potere acquisito dai Templari non venne gradito più nè dall'impero nè dallo stesso papato, così, nel 1307, Filippo IV di Francia (Filippo il Bello), con la tacita connivenza di Papa Clemente V, li accusò di eresia (i Templari avrebbero adorato l'idolo chiamato Baphomet) e immoralità (avrebbero praticato apertamente la sodomia). Nel 1312, in occasione del Concilio di Vienna, una bolla papale soppresse l'ordine; nel 1314, il Gran Maestro Jacques de Molay e altri cavalieri ritrattarono le loro confessioni in quanto estorte sotto tortura, e dichiararono la propria innocenza... Fin dall'inizio i Templari avrebbero costituito un ordine di carattere iniziatico, su modello dei Templari di Agharti o dei Templeisen custodi del Graal; il loro obiettivo - voluto da Bernardo di Chiaravalle - era quello di recuperare qualcosa nascosto in Terra Santa. Cosa? A seconda dei commentatori, nei sotterranei del tempio di Gerusalemme essi avrebbero rinvenuto l'Arca dell'Alleanza, o i segreti costruttivi che permisero di edificare le Cattedrali gotiche, o ancora certe carte segrete che indicavano la rotta per le Americhe, o tutte queste cose insieme. Nel volume "Les Templieres en Amerique" (I Templari in America) Jacques de Mahieu affermò che essi avrebbero raggiunto di nascosto il Nuovo Continente tre secoli prima di Colombo... e là avrebbero sfruttato le miniere d'argento del Messico, procurandosi le immense quantità di denaro che servirono, fra l'altro, a finanziare l'edificazione delle Cattedrali. Dalla setta degli Assassini avrebbero ricevuto il Sacro Graal, poi trasportato in Francia... In Italia avrebbero edificato Castel del Monte, attribuito erroneamente a Federico II; sarebbero stati al corrente dei più nascosti segreti dell'alchimia e della vera natura di Gesù...

Basta trovare la pietra giusta e rimuoverla: l'intera cattedrale s'affloscerà come un castello di carte. Questa è una delle numerose leggende a proposito delle Cattedrali Gotiche, strutture svettanti verso il cielo ed architettonicamente arditissime, sostenute da un gioco di spinte, controspinte e "chiavi di volta" tanto bilanciato da far pensare, appunto,  che togliere un solo elemento, la chiave di tutte le chiavi, provocherebbe un inarrestabile realizzazione a catena. C'è chi afferma che i loro costruttori fossero gli eredi spirituali di Hiram, il mitico architetto dell'antico Tempio di Gerusalemme: sarebbero stati i Cavalieri Templari a indagare sugli antichi segreti ebraici nascosti nel sottosuolo di quel paese, a scoprire, in qualche nascondiglio sopravvissuto alla distruzione del Tempio, le "Leggi Divine dei Numeri, dei Pesi e delle Misure" che governano questo tipo di costruzioni. Le cattedrali gotiche cominciarono a sorgere "d'improvviso" attorno al 1128, proprio quando i Templari ritornarono in Francia, e risulta molto difficile considerarlo una logica evoluzione del precedente stile romantico; i loro edificatori appartenevano a delle corporazioni con fortissime componenti esoteriche quali i Compagnons e i Macons. La maggior parte delle cattedrali sorgono su luoghi sacri precedenti, soprattutto quelli in cui si praticava il culto della Grande Madre, oppure su punti tradizionalmente considerati "nodi" di correnti terrestri; le decorazioni delle loro facciate, le statue che adornano i transetti e le navate, le vetrate, i disegni dei pavimenti sono letteralmente gremiti di simboli magici, esoterici, alchemici... La precisa disposizione delle cattedrali gotiche le trasformerebbe in veri e propri ricevitori della potenza solare , proveniente dal Cielo, e di quella lunare, proveniente dalla Grande Madre nascosta nelle viscere della Terra; in tal modo le due forze percorrerebbero "la colonna vertebrale dei fedeli, aprendoli all'illuminazione". Nei sotterranei di molte cattedrali gotiche si trovano pozzi la cui profondità corrisponderebbe all'altezza della guglia più alta, in modo di creare una sorta di simmetria tra Cielo e Terra... La Heilige Lance, la "Lancia Sacra" che, secondo la leggenda, era stata usata dal pretoriano Longino per trafiggere il costato di Cristo crocifisso... Il fuhrer nazista era un fanatico cultore di cose magiche, ed era intimamente convinto che esistessero oggetti dotati di immensi poteri, il cui possesso o la cui conoscenza avrebbe permesso alla Germania di divenire la dominatrice del mondo. Tra questi oggetti c'era anche la Lancia di Longino, l'arma che, nelle narrazioni dedicate a re Artù e al Graal, aveva inferto al "Re Pescatore" il "Colpo doloroso", gettando l'Inghilterra nella desolazione... Churchill aveva parlato dell'"Importante necessita strategica" di recuperare l'arma... Alle 14 e 10 del 30 Aprile 1943, lo stesso giorno in cui Hitler si suicidava a Berlino, la Heilige Lance venne recuperata dagli americani. Il Generale Patton ammise successivamente che, per qualche istante, fu tentato di tenerla: anche lui, infatti, era un conoscitore di cose occulte, ed era al corrente dei suoi poteri...

 

Home