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Per
non dimenticare... |
Don
Santo Ballato |

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Nel
richiamare alla mia mente l'immagine di un nostro sfortunato
fratello,mi affido alla mia traballante memoria e nel ripercorrere
le anguste vie della mia giovinezza,mi raccomando alla Divina
Provvidenza. Ciononostante,mi preme premettere che quel che sarà
oggetto della mia attenzione è il solo aspetto umano,sia pure in
chiave scanzonata, non essendomi dato di penetrare altre
problematiche che |
rappresentano,
spesso, un calvario dai risvolti impenetrabili. E Don Santo Ballato
di crocifissioni ne ebbe tante, forse anche troppe, non escluso
qualcuna per la quale il suo "grido di dolore" si infranse
sul muro di una prefabbricata pregiudiziale. Ma,Lui non ne soffriva
granchè abituato com'era a percorrere
i vicoli della Sua esistenza,
trascinandosi pesantemente finchè "legge" lo avesse
voluto. Va subito detto che Don Santo era un uomo rispettosissimo
delle altrui condizioni sociali, ma scarsamente tollerante con i
Suoi pari, non unica fonte dei Suoi tantissimi guai. Si adoperava ,
come poteva, in un periodo critico (il dopoguerra) in cui non sempre
si riusciva a conciliare il pranzo con la cena. Viveva, dunque, alla
giornata ingaggiando lotte "mortali" col portabagagli
della Stazione Ferroviaria dove aveva aperto la Sua personale,
immaginaria agenzia, sottraendogli qualche rara, preziosa valigia da
trasportare. Era,anche, un protagonista nei traslochi locali e nello
svuotamento di "fosse settiche" frequentemente piene in un
periodo in cui, nei piccoli centri, le fogne appartenevano solo alla
letteratura d'avanguardia. Si improvvisò, perfino, produttore e
venditore di "bomboloni" a cui non permetteva il
raffermo,provvedendovi di persona. Ma, la Sua più qualificante
attività, su cui era intransigente sino al parossismo, Gli
proveniva da un incarico ufficiale del Comune, nel periodo estivo. A
quei tempi non esisteva il turismo, non vi erano variopinti
ombrelloni a colorare la spiaggia, non vi era traffico da regolare,
ma di cani ve ne erano e tanti. Così il buon Don Santo
"Pubblico Ufficiale con berretto", grande cappio
mimetizzato e sguardo severo, percorreva in lungo e largo le poche
strade del paese alla ricerca del Suo...cane quotidiano. C'è chi
giura che era un "flagello di Dio" e non solo per i
randagi, riuscendo ad accalappiare, nei giorni di magra, anche
quelli al guinzaglio. E v'è da crederci perchè il "pagamento
a cane" non lasciava nessun margine di trattativa alla Sua
perenne necessità di sopravvivenza. Finchè, divenuto malandato e
solo, dopo appena sessantotto anni di travagliata, difficile
esistenza rese l'anima a Dio (1973) nella "Casa di Riposo"
di Bronte, non prima di aver provveduto per la traslazione del Suo
corpo nel nostro cimitero. Don Santo Ballato, nostro concittadino
d'adozione, ora, finalmente, riposa in pace, riconciliato con gli
uomini e, voglio sperare, anche con i Suoi ...cani.
Tano Raneri |
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