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Tano Raneri

 

 

 

 

 

 

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Per non dimenticare...

NINO ORLANDO
commerciante

Aveva un Suo "regno" su cui il "sole tramontava"...e come!

Un reame compreso tra una teoria di porte, a destra ed a sinistra di via Colombo, dove l'azzurro del mare era un  tutt'uno col cielo e le prime folate di vento portavano spruzzi salmastri.

Nino Orlando (mi sia consentita la confidenza), regnava, dunque, su questa angusta parte della nascente Capo d'Orlando, affidando il propri "decreti" alla Sua viva voce, spesso rauca, perchè le Sue disposizioni raggiungessero i legittimi destinatari, ovunque, nel quartiere.

C'è chi osa asserire che era un Suo modo istintivo di marcare i confini del Suo protettorato, ma, volendo accordargli il beneficio dell'inventario, bisogna anche riconoscere che particolari situazioni, che senso d'altruismo e valori d'altri tempi non Gli permisero d'archiviare, Lo resero, più che un "procubo" (licenza poetica,leggi: monarca), una vittima predestinata.

Al signor Nino Orlando, burbero benevolo per necessità, non mancava, in vero, una grande sensibilità giacchè una moltitudine di persone gravitava sulle Sue molteplici attività, ereditate da destini dolorosi e da vicende familiari da Lui assunte, ancora giovanetto, come obblighi d'onore.

Due Suoi tanti sbocchi commerciali sono strettamente legati alla infanzia di chi scrive, costretto a frequentare la prima elementare da quelle parti. Una pungente esalazione di pesce ed un tanfo" di " cucuddu" (baco da seta) in cottura mi riportano indietro nel tempo di fronte ad un ragazzino "furioso", di nome Francesco (o, meglio:Ciccio) , che, sull'esempio del padre, marcava il suo territorio affidandosi, invece, ad una sibilante verga.Ma ciò che più mi coinvolge in questo mio ricordare il signor Orlando è la gestione, assieme alla moglie, del, non meglio definito, "Funnicu". Una sorta di albergo  dove i viandanti dell'epoca ricevevano in dotazione, per una notte, qualche metro di un grande vano privo di scomparti, in cui trovavano alloggio, con loro, anche cavalli e carretti.-

Si racconta  racconta che da questi mezzi di trasporto, appunto, scendesse sull' "Impresa Orlando" un incessante rivolo di cereali che don Nino smistava per le Eolie in cambio di capperi e malvasia. Si dice che una fiorente attività del "pesce salato" destinato al Nord Europa e del "fresco" offerto all' hinterland trasportato su una vecchia "Torpedo", ora cabinata  "Dooge". Si narra, ancora, di un negozietto di generi alimentari sul cui prospetto fioriva, durante le fiere, una fronda di limone con luce rossa e cartello "Qui si fa da mangiare" e di una focacceria sul retro ( la prima di tutti i tempi), per i giovani dell' epoca.- Ma, sopratutto, di Lui voglio far memoria, di don Nino Orlando, uomo laborioso ed onesto che il buon Dio volle alla Sua corte a 55 anni, nel 1962, perchè riposasse, almeno, nella Gloria dei Cieli.-

Tano Raneri