IMPRENDITORIA
LOCALE: AL VIA LA GRANDE SCOMMESSA…
a cura di
Romina
Poma
Sostegno
alle imprese? Missione possibile…

Una
breve cronistoria dei Ceii (centri europei d’impresa e
innovazione) riconosciuti col marchio europeo Ec Bic (European
Community Business Innovative Centre), partendo dal 1984 ( anno in
cui la Commissione europea ha promosso la loro creazione), è
stato il filo conduttore nella prima parte dell’intervento di
Francesco Pettini, funzionario della Commissione Europea e
responsabile progetti dei Bic nell’ambito della politica
regionale di sviluppo.
“Un
primo dato ci è stato offerto – ha detto Pettini – dalle
statistiche: su 100 imprese nate, 60 muoiono nel giro di 3 anni.
Quindi, andando oltre gli aiuti economici, necessitano dei sistemi
per organizzare i servizi e supportarne le prospettive. Quando si
pensa a un’impresa, vale la pena
porsi una domanda: cosa fare domani? Evitando servizi e
prodotti obsoleti.
Quindici
anni fa siamo arrivati così ai progetti Bic, parlando di
imprenditoria nelle zone svantaggiate, lontane dall’innovazione,
spesso con scarse possibilità di cercare nuovi mercati, molte
volte preoccupati soprattutto dal cercare finanziamenti pubblici,
in tanti casi con perdite di tempo e denaro.
Diciamo
pure che non bastano le idee,ci vuole l’azione, o meglio
costanza di azione, attraverso strutture permanenti che diano
continuità di sviluppo al territorio.
Va
chiarito, che i centri d’impresa e innovazione, intervengono su
basi tecniche, non sono soggetti a linee politiche e si
autofinanziano.
Parlerei
di due <missioni> : aiutare i creatori d’impresa, da una
parte, ed aiutare le imprese già esistenti a
crescere,dall’altra. Offerte di servizi e stimolo delle domande,
e i risultati col tempo sono soddisfacenti: posso affermare che,
con l’entrata in scena dei Bic, il tasso di mortalità su 100
imprese, nei 3 anni di riferimento, è sceso dal 70% al 10%.”
Attualmente
in Sicilia, ci sono tre Centri che gravitano intorno ai progetti
Bic: a Messina l’Innova-Bic;
a Catania il
Bic-Sicilia e a Gela il Bic-Gela.
Tra
l’altro, negli anni scorsi sono state pubblicate delle guide
divulgative per meglio informare sulla rete dei Ceii.
“E’
in questa logica “agire localmente pensare globalmente” – si
legge nell’ultimo aggiornamento- che il programma dei Ceii è
stato lanciato in rete …All’inizio del 2000 la rete contava
200 membri di cui 150 Ceii il 20 Paesi europei”. Inoltre,
l’organizzazione in rete fa affidamento su “reti nazionali, il
più delle volte costituite in associazioni, in modo da favorire
un decentramento efficace”.
Ha
portato l’attenzione anche sulle potenzialità dello sportello
unico, il vice presidente del Bic Gela , Vincenzo Antonuccio che
ha parlato dell’importanza di “individuare le vocazioni del
territorio”, per poi auspicare che “enti pubblici ed
imprenditori decidano opportuni assi strategici per resistere sul
mercato.”
“Sappiamo
– ha detto l’architetto siciliano – di parlare di un mercato
in continua evoluzione. L’imprenditore che vuole essere
competitivo deve tenersi continuamente aggiornato. Inoltre,
bisogna parlare di qualità e marchio, nonchè di strumenti
flessibili. No ai tempi troppo lunghi che non riescono a stare
dietro ai tempi rapidi del cambiamento.”
Intanto,
nel corso dell’incontro, si è deciso anche di monitorare il
territorio dei Nebrodi, per individuare le esigenze, focalizzare
le potenzialità ed , infine ,organizzare un omogeneo progetto di
sviluppo.
Dovrebbe
essere questo un primo passo verso la realizzazione di una
struttura da sostegno alle imprese, attraverso formazione
professionale e servizi di supporto.
“Il
Parco dei Nebrodi continuerà – ha affermato il direttore
dell’Ente Parco, Giarratana – a seguire con interesse
l’iniziativa. In particolar modo perché, già nel momento in
cui si è lanciata questa iniziativa, in qualche modo, si è dato
il messaggio di un processo di incubazione, dove
raccogliere potenzialità e vocazioni e con il quale
esprimere in futuro una realtà imprenditoriale specializzata che
parta da questo
territorio”
Ma,
in poche parole, quale sarà il ruolo di Capo d’Orlando? “A
Capo d’Orlando – ha spiegato il consulente Carlo Giuffrè,
presente in aula consiliare insieme ad alcuni colleghi – si
vuole dare luogo ad un organismo dove veicolare i programmi di
sviluppo locale. Orientarsi verso dei centri riconosciuti dalla
commissione europea è sintomo di garanzia e controllo.”
Lo
stesso Primo Cittadino Enzo Sindoni ha parlato, del resto,
della nascita di un “progetto a servizio delle imprese”
che “parta proprio da Capo d’Orlando”.
Le
ultime battute sono toccate a Pettini, che ha invitato le
<forze> presenti in aula a mettersi subito in moto, tenendo
presente l’esperienza già maturata dall’Innova Bic di Messina
e confidando in una crescente attenzione da parte degli
imprenditori locali.
Romina
Poma
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