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Liceo Scientifico e Classico "Lucio Piccolo"
di Capo d'Orlando (ME) - Italy
Dirigente Scolastico: Prof.ssa Tindara Molica Colella

Progetto “Socrates-Comenius” 2003/2004
“Bisanzio: la luce di un mondo scomparso”.


“Bisanzio nella terra dei Nebrodi: S. Marco D’Alunzio”
 

Nel misterioso e affascinante nome dei Nebrodi, nella Sicilia Nord-Orientale, si nascondono le linee di una complessa vicenda storica che vede oggi la presenza di un ricco patrimonio di opere e testimonianze le quali rappresentano la voce viva della storia e del tempo, la “concreta scrittura delle situazioni sociali, culturali ed economiche”. Una delle più indimenticabili e indiscusse influenze è quella Bizantina, analizzata in particolare a S. Marco D’Alunzio, dove le classi II B, II D e II E del Liceo Scientifico “Lucio Piccolo” di Capo D’Orlando si sono recate per una visita guidata, giorno 11 novembre 2003, in merito al Progetto Socrates-Comenius 2003 “Bisanzio: la luce di un mondo scomparso”.

Piccolo centro situato su un cono roccioso dei Nebrodi, S. Marco D’Alunzio è un comune della provincia di Messina. L’odierno doppio nome indica già di per sé le diverse epoche e gli svariati influssi culturali operanti in questo luogo: S. Marco per il Medioevo normanno, Alunzio nell’antichità greco-romana. Le seguenti considerazioni si propongono di rivalutare il trait d’union fra le due denominazioni: l’epoca bizantina.

Con l’insediamento greco-romano, il paese ha il nome di Alontion/ Haluntium: a testimonianza vi è un’iscrizione greca in alcune monete aluntine dove si legge: TO MOUNIKI P ION  TWN  ALONTINWN (= il municipium/ città libera degli Aluntini). Da Alontion come colonia greca, arriva a chiamarsi Haluntium quando subisce l’influenza romana. Successivamente si ha una progressiva decadenza dell’antica Alunzio in età tardo-antica, dovuta soprattutto a terremoti e alle incursioni dei Vandali contro la Sicilia dal 440 al 475 circa e dei Goti nel 550. Nella parte nord-orientale della Sicilia, però, sono rimaste delle zone fortificate come rifugio per i profughi, fino alla conquista bizantina con il generale Belisario nel 535.

A partire, quindi, dalla seconda metà del VI secolo l’impero greco-orientale bizantino di Costantinopoli si presenta come nuova potenza politica dopo i Goti. Profughi dal territorio siriaco e dei Balcani incrementano la rigrecizzazione  della Sicilia nord-orientale, soprattutto dopo la sua attribuzione giurisdizionale al patriarcato di Costantinopoli durante il conflitto iconoclasta del 730/750.

Tre secoli di relativa pace sotto il governo bizantino, con il regno di Michele II e Teofilo, si avviano a conclusione con lo sbarco degli Arabi a Mazzara del Vallo nell’827. L’isola diviene scena di confronto tra la dimensione arabo-islamica e quella bizantino-cristiana: l’impero bizantino, infatti, è consapevole del significato politico-militare della Sicilia situata al centro del Mediterraneo, tuttavia non riesce ad opporsi agli invasori con tutta la sua potenza.

Proprio nella zona di S. Marco D’Alunzio, la località di Demenna resiste nel 901 ad un assedio arabo di diciassette giorni, poi viene evacuata, fino a riacquistare importanza nel 965, con la riconquista bizantina della Sicilia e della Calabria.

Demenna sostituisce, così, Alunzio come denominazione della località in discussione verso la metà del VI secolo. Infatti, la cosiddetta Cronaca di Monemvasia unisce relazioni sulle scorrerie degli Avari e la conquista slava della penisola balcanica verso la fine del VI secolo. La popolazione autoctona greca è costretta a ritirarsi o addirittura ad emigrare verso il mare e verso la zona nord-orientale della Sicilia; all’emigrazione sono costretti anche gli abitanti della famosa Sparta ( o Lacedemone) nel Peloponneso:

 “Allora anche gli abitanti di Lacedemone abbandonarono la terra natia, salparono, alcuni di loro verso l’isola di Sicilia e ancora adesso vi restano, nel luogo che si chiama Demenna e, conservando il dialetto dei Lacedemoni, cambiarono il nome in quello di Demenniti”

( Dujcev, pp. 13-15)

Gli emigrati impongono, quindi, il toponimo della loro patria di origine in forma lievemente modificata contro Aluntium:  Lacedaimonia  o meglio (con pronunzia bizantina neogreca) Lacedemonia diventa Demenna.

In modo analogo procedono i Normanni nel 1061, spodestando i Bizantini, e nella scelta del nome S. Marco si riallacciano consapevolmente al primo insediamento normanno in Calabria, S. Marco Argentano, ad opera di Roberto il Guiscardo.

Come misura preventiva i Normanni si assicurano, quindi, il dominio sia interno che esterno erigendo fortificazioni facilmente difendibili con pochi uomini. Il “castrum Sancti Marci”, con cui si intende nella prima fase semplicemente il castello, svolge ora questa funzione di protezione en  th  cwra  Demennwn ( nel territorio di Demenna). In un diploma del 1082, infatti, fra i beni feudali dati dal conte Ruggero a Roberto, vescovo di Troina, figura: “in valle Deminae Castrum quod vocatur…”; anche in un secondo diploma del 3 aprile 1096, il medesimo conte Ruggero, riferendosi alla donazione del 1082 al vescovo Roberto, precisa: “dedi quoque apud Demennam castellum Alcariae cum tenimentis suis”.

L’antica denominazione bizantina per la località diviene, così, denominazione del territorio e il mutamento è certamente favorito dal fatto che già la vecchia Demenna si sarà estesa oltre il centro Aluntium/S. Marco giungendo a comprendere anche casali dislocati nei dintorni. Mentre il territorio circostante rimane ancora per secoli prevalentemente greco-bizantino, come per esempio con il monastero di S. Filippo di Fragalà o S. Filippo di Demenna, a S. Marco sorge una società multiculturale in cui Normanni, Ebrei, Arabi, Greci e Bizantini formano un mosaico che espande indelebilmente ancora oggi le sfumature dei suoi colori storici.

 

Prof. Valentina Aglio & Prof. Franco Spaticchia (Liceo “Lucio Piccolo”, Capo D’Orlando, Messina, Sicily)

Bibliografia:

1)     MICHELE MANFREDI-GIGLIOTTI, Varie Historiae Fragmenta, Mediasoft, Palermo, 2003.

2)     PASQUALE BISCUSO ( a cura di), Storia dei Nebrodi, Pungitopo, Patti, 1991.

3)     EWALD KISLINGER, Monumenti e testimonianze greco-bizantine di S.Marco D’Alunzio ( Me), Edizioni del Rotari Club, S. Agata di Militello, 1995.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Project “Socrates-Comenius” 2003/2004

Scientific Liceo “L.Piccolo” Capo D’Orlando, Messina, Sicily

“Byzantium in the land of the Nebrodi: S. Marco D’Alunzio village”

The mysterious and fascinating name of Nebrodi Mountains, in the North-Eastern part of Sicily, hides the lines of a complex historical event which today testifies the presence of a rich heritage of works and evidences which represent the real and alive voice of time and history, “the concrete writing of the social, cultural and economic situations”. One of the most enduring and undisputable influences is the Byzantine influence, analysed and studied in particular in S. Marco D’Alunzio, where the classes II B, II E and II D of the Scientific Liceo “Lucio Piccolo” of Capo D’Orlando went for a guided visit on the 11th of November 2003, for what concerns the Comenius-Socrates Project “Byzantium and the light of a disappeared world”.

As a little village situated on a rocky cone of the Nebrodi Mountains, S. Marco D’Alunzio is a centre of the province of Messina. The actual double name in itself expresses the different ages and the various cultural influences operating on this place: “S. Marco” for the Norman Middle Ages, “Alunzio” in the Greek-Roman antiquity. The following considerations try to revaluate the trait d’union, the link between the two denominations: the Byzantine Age.

With the Greek-Roman conquest, the village has the name of Alontion/ Haluntium: an evidence for this is the presence of a Greek inscription on some Aluntine coins where we can read: TO MOUNIKIPION TWN ALONTINWN (= the municipium, free town of the Aluntine people). From Alontion, as a Greek colony, it is called Haluntium when it underwent the Roman influence. Later, we can find a continuous decadence of the ancient “Alunzio” in the late ancient age, caused above all by earthquakes and incursions of the Vandals against Sicily from about 440 to 475 A.D. and of the Goths in 550 A.D. In the North-Eastern part of Sicily, there are, however, some fortified places as refuges for the refugees, up to the Byzantine conquest with the general Belisarius in 535 A.D.

Thus, from the second half of the VIth century the Eastern Greek-Byzantine Empire of Constantinople appears as the new political power after the Goths. Some refugees from Syria and the Balcans increase the re-Grecization of North-Eastern Sicily, above all after the jurisdictional submission to the patriarcate of Constantinople during the iconoclastic conflict of 730/750 A.D. Three centuries of relative peace under the Byzantine government, with the reign of Michael II and Teophilus, go to and end with the landing of the Arabs at Mazzara del Vallo, in Sicily, in 827. The island of Sicily thus becomes scene of a comparison between the Arabic-Islamic dimension and the Byzantine-Christian dimension: the Byzantine Empire is in fact aware of the political and military importance of Sicily, situated in the middle of the Mediterranean sea; however, it is not able to oppose to the invaders with all its power.

Just in the place of “S. Marco D’Alunzio”, the locality called “Demenna” in 901 resists the Arabic siege and invasion of seventeen days, then it is evacuated until it regains importance in 965 with the Byzantine re-conquest of Sicily and Calabria region. “Demenna” thus replaces “Alunzio” as denomination of the above considered locality towards the end of the VIth century. As a matter of fact, the so called “Chronicle of Monemvasia” points out the relations between the raids of the Avari population and the Slavic conquest of the Balcanic peninsula towards the end of the VI century. The local Greek population is obliged to withdraw or even migrate towards the sea and towards the North-Eastern part of Sicily; also the inhabitants of the famous town of Sparta ( called “Lacedemone”) in the Peloponneso are obliged to migrate:

“Then also the inhabitants of Lacedemone abandoned their native land, they sailed, some of them towards the island of Sicily, and even now they remain there, in the place called Demenna and, by preserving the dialect of the Lacedemoni, they changed their name from Lacedemoni to Demenniti” 

(Dujcev, pages 13-15)

Thus, the emigrants impose the toponym of their homeland against Aluntium but in a lightly modified form: Lacedaimonia or better (with neo-Greek Byzantine pronunciation) Lacedemonia becomes Demenna.

In 1061 the Normans behave in the same way, depriving the Byzantine from power, and in the choice of the name “S. Marco” they consciously join to their first settlement in the region of Calabria ( in the South of Italy) called “S. Marco Argentano” and conquered by Roberto the Guiscardo. As pre-emptive measure, thus, the Norman secure both the internal and the external control by building some fortifications which were easily defensible by few men. The “Castrum Sancti Marci” by which, during the first period they simply mean the castle, now has the function of protection and defence en th cwra Demennwn ( in the territory of Demenna). In a diploma of 1082, as a matter of fact, among the feudal estates given by the Norman Count Ruggero of Altavilla to Roberto, bishop of Troina, we can read: “in valle Deminae Castrum quod vocatur…”; also in a second diploma of April 3rd 1096, the same Count Ruggero, referring to the donation of 1082 to the bishop Roberto, specifies: “dedi quoque apud Demennam castellum Alcariae cum tenimentis suis”.

The ancient Byzantine domination for the place thus becomes denomination of the territory and the change is certainly due to the fact that the old locality of Demenna will extend beyond the centre “Aluntium/ S. Marco” going so far as to include hamlets located nearby. While the surrounding territory still remains Greek-Byzantine for centuries, as for example, the monastery of S. Philip of Fragalà or S. Philip of Demenna, the village of S. Marco arises as a multicultural society in which Norman, Arabs, Hebrews, Greek and Byzantine create a mosaic which indelibly expands the nuances of its historical colours up to the present day.

 

Prof. Valentina Aglio & Prof. Franco Spaticchia (Liceo “Lucio Piccolo”, Capo D’Orlando, Messina, Sicily)

Bibliografia:

1)      MICHELE MANFREDI-GIGLIOTTI, Varie Historiae Fragmenta, Mediasoft, Palermo, 2003.

2)      PASQUALE BISCUSO ( a cura di), Storia dei Nebrodi, Pungitopo, Patti, 1991.

3)      EWALD KISLINGER, Monumenti e testimonianze greco-bizantine di S.Marco D’Alunzio ( Me), Edizioni del Rotari Club, S. Agata di Militello, 1995.  

 

 

Byzantine Museum of Chios 

 

Capo d'Orlando a Chios
 
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